Cronache, Portici di Carta 2024

Goliarda Sapienza: La follia di inseguire la gioia


Fabiana Tringali, Matteo Maestri

Liceo Classico V. Alfieri - Torino

Si conclude il primo giorno dei Portici di Carta 2024 con una conferenza tenuta nella Sala Immersiva delle Gallerie d’Italia, dove Antonella Lattanzi ha presentato la figura di Goliarda Sapienza, della quale si celebra il centenario dalla nascita e a cui è dedicata l’edizione di quest’anno.

L’incontro si è aperto con la proiezione di un’ intervista all’autrice risalente al 1994: in questo piccolo spezzone la Sapienza si dimostra subito una donna coraggiosa e senza peli sulla lingua, ribadendo l’importanza del conservare la memoria e del dubbio, utile per combattere qualsiasi tipo di fondamentalismo.

Goliarda Sapienza nasce a Catania dalla madre Maria Giudice, sindacalista e partigiana, e dal padre Peppino, avvocato fermamente antifascista, ed è proprio dai genitori che eredità questo carattere anarchico e anticonformista.

Dopo un’infanzia difficile, studia teatro a Roma e collabora con le più grandi figure del neorealismo italiano, tra i quali incontra il futuro marito Citto Maselli.

La morte della madre, con la quale Goliarda ha un rapporto d’amore e odio molto conflittuale, porta la scrittrice, proprio come la madre, a soffrire di una malattia mentale, che la porta al primo tentativo di suicidio. A causa di ciò viene ricoverata e subisce sette elettroshock, che la portano a perdere completamente la memoria. Per recuperare i ricordi si sottopone a delle sedute psicologiche, che saranno così intense da spingere Maselli a incoraggiare Goliarda a scriverne. Così la Sapienza scrive “Lettera aperta” nel 1967, nel quale racconta l’infanzia siciliana,  e “Il filo di mezzogiorno” nel 1969, dove viene narrata la sua giovinezza vissuta a Roma. A questi volumi se ne aggiungeranno altri tre sempre autobiografici, ovvero “Io, Jean Gabin”, “L’ università di Rebibbia” (sulla sua esperienza in carcere) e “Le certezze del dubbio”.

Nell’ ottobre del ‘76, dopo nove anni, termina di scrivere il suo unico romanzo, “L’arte della gioia”, dove viene narrata la storia di Modesta, giovane donna siciliana che cerca di crescere liberandosi dalla mentalità troppo arretrata del meridione. Il libro viene considerato dalla critica troppo all’avanguardia (un “romanzone”, com’era anche stato definito “La Storia” di Elsa Morante), poiché la Sapienza tratta temi come l’indipendenza e l’emancipazione femminile con tono crudo e realista, infatti il libro verrà recuperato solo vent’anni dopo, grazie all’aiuto di Angelo Pellegrino, secondo marito della donna, la quale morirà due anni dopo in miseria.

Antonella Lattanzi, leggendo anche passi delle opere della Sapienza, racconta in modo intenso ed emotivo una figura tanto importante quanto spesso oscurata nel panorama della letteratura moderna italiana: Goliarda, proprio come Modesta, cerca, attraverso la parola, di evadere da una società che le vieta di provare la sua gioia, che lei intende non come una qualità o un dono, ma come un’ arte la quale padronanza dev’essere raggiunta combattendo.

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