Cronache, Internazionale Ferrara 2023

Fentanyl: la pillola blu nel pagliaio


Aya Shaban e Giulia Taibi

Liceo L. Ariosto - Ferrara

Negli anni ‘60 viene sintetizzato per la prima volta un farmaco, che si rivela presto fondamentale nelle cure palliative, il suo nome è fentanyl. 

Oggi lo stesso farmaco è una delle droghe più diffuse negli Stati Uniti e il responsabile di 2500 decessi l’anno. La domanda sorge spontanea: com’è riuscito un analgesico cinquanta volte più potente dell’eroina a diffondersi così facilmente?

A ricostruire la triste storia del farmaco è Keegan Hamilton attraverso le incalzanti domande del giornalista Alessio Marchionna durante l’incontro “Fentanyl” tenutosi presso il cinema Apollo, domenica 1 Ottobre. 

Questo viaggio incomincia da lontano, attraversando tre Paesi e un oceano: è la Cina l’iniziale produttrice del farmaco, ma sin da subito le pressioni del governo americano iniziano a essere sempre più costanti, tanto da spingere il Paese a regolamentarne la produzione. La domanda, però, invece di bloccarsi aumenta esponenzialmente.

Con le nuove restrizioni pechinesi, la produzione del fentanyl si sposta in Messico, continuando, però, a servirsi delle materie prime fornite dalla Cina. Maggiori i controlli statunitensi, maggiori diventano gli espedienti impiegati per l’importazione.

Il pacco provvisto di un GPS viene lasciato cadere in acqua, trovato e trasportato sulla terraferma. E date le sconfinate coste messicane un reale controllo da parte delle autorità si rivela impraticabile.

Ma la storia dell’oppiaceo non attraversa solo territori, bensì anche la vita di tanti e in particolare quella di Brandon Hubbard, Matthew Bailey e Danny Elliott.

A seguito di un’operazione, Brandon inizia ad assumere il fentanyl sotto prescrizione medica, diventandone presto dipendente. La droga  gli arriva via posta dalla Cina e Hubbard inizia a distribuirla in tutti gli Stati Uniti, diventando una dei maggiori spacciatori del dark web.

Matthew e Brandon non si sono mai incontrati, ma basta una pillola blu a legare le loro storie indissolubilmente. La morte di Bailey, infatti, segnerà l’incarcerazione dello spacciatore.

Negli anni ’90 un incidente domestico cambia per sempre anche la vita di Danny Elliott. Dopo aver tentato con ogni sorta di farmaco, si imbatte nel fentanyl, tanto potente da soffocare le sue forti emicranie. Quando però il governo ne proibisce la prescrizione medica, Danny non ha più modo di procurarselo. Incapace di convivere con questo dolore, pone tragicamente fine alla sua vita.

Alla base di queste dipendenze sembra esserci, perciò, una negligenza da parte delle case farmaceutiche, che spinte dall’interesse economico pressano i medici a sponsorizzare i propri prodotti. 

Ma sono veramente le aziende la causa di tutto? 

Hamilton, senza troppi giri di parole, scava nelle profondità della società statunitense e delle sue molteplici falle.

Bambini, i cosiddetti orfani di oppiodi, che vengono strappati da genitori ritenuti incapaci di educarli e intere comunità emarginate prima ancora di essere state aiutate, è davvero questa la risoluzione del problema?

La risposta va trovata da tutt’altra parte, intervenendo e investendo sulla salute mentale e fisica dei più fragili e non perdendo tempo indispensabile sequestrando scatole di pillole blu. Un indagine paragonabile a cercare un ago in un pagliaio. 

Solo diminuendo o azzerando le domande si concluderà un processo che altrimenti non avrebbe fine.  

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