Dire quando sono nate le fake news è difficile, perché sono sempre esistite, fin da quando è nata l’informazione, ma adesso è cambiato qualcosa.
La classe ha avuto l’opportunità di partecipare alla lezione tenuta da Mario Garofalo, Caporedattore del Corriere della Sera, incentrata sulle fake news e su come riconoscerle.
Il giornalista ha innanzitutto spiegato cosa sono le fake news e per farlo si è servito di esempi tangibili ed efficaci, che hanno permesso di comprendere al meglio gli effetti del fenomeno. Nella società moderna le false notizie infatti sono ormai profondamente radicate. Si possono evidenziare due tipi di bufale: quelle trasmesse involontariamente, dovute semplicemente alla necessità del giornalista di dover diffondere la notizia velocemente, senza verificarla al 100%, e quelle divulgate per uno scopo ben preciso (ad esempio screditare un avversario politico). Ci si aspetterebbe di trovare fake news solo nei social e nei canali di informazione non ufficiali, ma, in realtà, anche per via dell’avvento dell’AI, sono sempre più diffuse anche nei mezzi di comunicazione che vengono ritenuti più autorevoli.
Queste notizie false sono usate a scopo propagandistico o per cercare di indirizzare il pensiero. Pensiamo quindi alle centinaia di bufale che riceviamo attraverso le immagini, soprattutto in questo periodo storico in cui sono in atto molti conflitti, che, pur non direttamente, coinvolgono gli interessi di tutto il mondo. Le fake news nei vari siti attirano click, perché provocano emozioni esagerate nella gente, che è subito motivata a leggere più a fondo il contenuto. Considerando che queste “notizie” riescono ad attirare un gran numero di persone, la scelta dei contenuti non è mai casuale, ma studiata ad arte per colpire la psicologia dell’utente. Abbiamo constatato, con l’aiuto dei quotidiani che leggiamo abitualmente in classe, l’importanza dell’aspetto psicologico nella comunicazione (sia in notizie vere che false). I giornali puntano sul titolo di un articolo, che può essere descrittivo o, nella maggior parte dei casi, emotivo. Quest’ultimo mira a colpire il lettore inserendo particolari agghiaccianti, che attirano subito l’attenzione. Capiamo quindi che una notizia falsa, già ideata per creare scalpore, con l’utilizzo di queste tecniche arriva ad attirare un enorme numero di click. I click portano alla visione della pubblicità all’interno dei siti di notizie fake e quindi un maggior guadagno per i creatori di queste piattaforme. Lo studio sulla notizia ha come scopo quello di confermare ed estremizzare le idee già presenti nelle persone: questo è il fenomeno della polarizzazione. Anche i grandi motori di ricerca e i social in un certo senso indirizzano il pensiero dell’individuo al fine di condizionarne le scelte su temi sociali o politici, ma anche su quelli più frivoli relativi agli acquisti on-line.
Fatta questa riflessione, capiamo che gli autori di notizie false non sono solo imprenditori in cerca di guadagni, ma anche personaggi pubblici e importanti che si servono di questi dati perché sono uno strumento comodo e funzionale per raggiungere un obiettivo.
Avete mai notato che, quando guardate un video o leggete un articolo, subito dopo vi si ripropongono contenuti dello stesso genere?
L’algoritmo identifica le vostre preferenze e cerca di proporvi solo ciò che vi interessa. Questo fenomeno è chiamato echo-chamber.
Oggi un buon giornalista deve essere in grado di smentire una fake news. Questa operazione è chiamata debunking. Per quanto possa sembrare banale l’azione del fact checking non lo è affatto, anche perché una notizia falsa viaggia sei volte più velocemente di una veritiera. Spesso vengono coinvolte diverse figure professionali per riuscire in questa operazione complessa.
Approfondire l’argomento da un punto di vista non prettamente teorico, con lo studio delle caratteristiche tramite gli esempi di fake news recenti, ha permesso alla classe di comprendere a pieno il problema. Per gli adolescenti, che spesso e volentieri utilizzano come mezzo di informazione i social media, è ancora più importante conoscere cosa c’è dietro una notizia falsa, che, come si è visto, può avere persino il potere di influenzare e cambiare le idee personali. Dobbiamo quindi imparare a fare attenzione anche a ciò che “ricondividiamo” sui social, per non rischiare di diventare noi stessi diffusori di falsità. Le fake news scatenano spesso l’irrazionalità nella gente e dobbiamo fare di tutto per evitarle e riconoscerle, dato che il rischio è sempre dietro l’angolo.