Cronache, Salone del Libro 2023

“Era un uomo buono” – Lorenzo Perrone secondo Carlo Greppi


Giulia Malaguti, Sofia Righetto

Liceo Ludovico Ariosto - Ferrara

Carlo Greppi, in compagnia di parte del gruppo di lettura dell’istituto Leonardo Sinisgalli di Senise (PZ), dà voce a Lorenzo Perrone, quell’uomo di poche parole a cui ha dedicato il suo ultimo saggio.

L’incontro, che ha visto la partecipazione di diverse classi, si è tenuto venerdì 19 maggio alle ore 13.15 nella sala bronzo del Salone del Libro di Torino.

Ne Un uomo di poche parole (Laterza) il protagonista, un muratore che ha aiutato Primo Levi durante la sua permanenza nel lager, viene riscoperto dall’autore che ne evidenzia fin da subito la sensibilità nascosta dal carattere chiuso, duro e “rissoso per cultura”. “Dietro quella scorza c’è però “una persona”, una persona che decide di prendersi cura di un compagno nella sua medesima e tragica situazione, anche se cosciente di poter morire in ogni momento. Grazie a Lorenzo Perrone, Primo Levi non è stato così soppresso come le numerosissime vittime della Shoah.

Questa figura è stata un punto fermo, un vero amico, seppur ignoto, nella vita del famoso scrittore: Lorenzo gli ha dato il coraggio di vivere, un motivo per restare, sia dal punto di vista materiale, con vettovaglie, sia morale, convincendolo dell’esistenza di un mondo giusto e puro.

Lorenzo Perrone è diventato Giusto solo nel 1998. Greppi sottolinea la tardività di questa nomina rispetto a quella di molti altri e, chiedendosene la motivazione, realizza che egli era una persona umile, che non ha desiderato lasciare delle tracce nella storia, nella società, nella Storia. Senza la testimonianza di Primo Levi la realtà di Lorenzo sarebbe infatti stata sconosciuta, sterile.

Durante l’incontro viene sottolineata l’importanza storica conferita alla persona, al singolo individuo. La direzione è quindi quella di una personalizzazione della storia, che richiede un lavoro particolarmente minuzioso, ma da cui emerge il concetto di scoperta: lo storico è come un detective e qualunque aspetto, qualunque minuscolo spaccato di realtà è potenzialmente una fonte, una traccia per ricostruire il passato. Sta allo storico decidere quali piste è necessario perseguire, di quali di questi indizi avvalersi in una ricostruzione il più possibile vera e completa. Anche in questo senso l’inedita complessità psicologica di Lorenzo è storia. L’autore ci ha tenuto a sottolineare oltretutto che l’intero progetto, sia nella fase di ricerca sia in quella di scrittura, è il risultato di un lavoro d’equipe in cui ognuno ha giocato un ruolo fondamentale.

Alla fine dell’incontro Carlo Greppi ha confidato al pubblico la sua passione per la scrittura, tanto che ha deciso di intraprendere l’Università di Lettere, rendendosi conto però di non sapere quali storie mettere su carta: grazie all’incontro di maestri divenuti figure di riferimento ha indirizzato la sua produzione su contenuti storici dato che “la Storia è piena di storie vere”.

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