Cronache, Salone del Libro 2023

Dubbi alimentari, parla Dario Bressanini


Luca Pasin, Sara Tavella

Redazione Bookblog - Torino

La divulgazione scientifica è una vocazione. Arriva ad informare con professionalità, ma allo stesso tempo leggerezza, un pubblico eterogeneo di grandi e piccoli. E in effetti lo dimostra un Sala Oro gremita di gente, che accoglie durante la XXXV edizione del Salone del Libro Dario Bressanini, docente di chimica e scrittore, diventato popolare sui social per la sua “missione” rivelatrice delle fake news sul mondo del cibo. Questo è anche il tema del libro che presenta oggi, intitolato Fa bene o fa male?, edito da Mondadori, per cercare di rispondere a una domanda di per sé posta male: l’autore sottolinea che non esistono cibi da demonizzare né da lodare, nella cucina come nella scienza una risposta netta su ciò che è benefico o nocivo per la nostra salute non può esistere, perché va sempre considerato il contesto. Per il cibo per esempio, contano le quantità e le condizioni generali di ciascuno di noi.
Dare una risposta secca in effetti è da guru del web, da chi semplifica troppo il messaggio per fini commerciali per guadagnarsi la fiducia del consumatori. Al contrario, lo scienziato lavora quotidianamente con l’occhio critico. L’autore vuole trasmettere ciò al suo pubblico come metodo di approccio a un settore complesso come quello alimentare, fatto di etichette fitte di parole usate come espedienti di marketing capaci di nascondere la verità delle cose.

Prendiamo per esempio le marmellate. Spopolano ultimamente quelle “prive di zuccheri”, ma come è possibile crederci?
Si tratta di un esempio emblematico delle strategie del mercato: siamo abituati ad un consumo di zuccheri molto più alto del necessario, che porta i produttori ad inserire sul mercato prodotti che ci facciano convivere “in pace” con la voglia di dolce e allo stesso tempo la consapevolezza di non poter, o voler esagerare nel consumarlo. Ovviamente una marmellata non può essere priva di zucchero che è la ragione della lunga conservazione e consistenza del prodotto. Allora perché spesso vediamo scritta questa cosa sulle confezioni? È qui che Bressanini avverte i suo lettori: “leggete sempre gli asterischi”. Una marmellata che si dichiara senza zucchero, sarà probabilmente priva di saccarosio, ma sarà dolcificata diversamente, per esempio da concentrati di frutta zuccherina.

Altri espedienti di marketing si concentrano, spesso, sull’origine naturale dei prodotti. È sbagliato aderire acriticamente alla narrazione del “tutto ciò che è naturale, integrale, non raffinato fa bene” perché questo annulla decenni di progressi in campo alimentare e scientifico da parte delle industrie chimiche: ciò che conta, come per tutte le cose, è l’equilibrio nei consumi. Il messaggio in chiusura, di nuovo, è un invito a non accontentarsi, ad informarsi e porsi le giuste domande per poi sperimentare sempre in prima persona la fondatezza delle verità che leggiamo, soprattutto sul web.

 

 

 

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