Cronache, Salone del Libro 2023

Dracula come simbolo della globalizzazione


Sara Ramello e Andrea Vizzotto

Redazione - Torino

Nella giornata del 19 maggio al Salone Internazionale del Libro si è tenuta la conferenza di Chiara Valerio, scrittrice e traduttrice italiana, presentata come la “massima esperta” di Dracula. Oggetto dell’incontro è stato il ruolo del vampiro nella storia della letteratura occidentale. L’opera che ha fatto avvicinare la Valerio a questa creatura funerea è stata  Dracula di Bram Stoker, un romanzo epistolare: la scrittrice ha sottolineato come questo genere consenta al lettore di “sapere cosa sanno i personaggi”, ossia immedesimarsi a pieno nei fatti narrati. In seguito la Valerio  ha ricostruito l’origine della figura del vampiro associandolo a una pratica medievale di sepoltura dei morti: essi venivano impalati perché potessero nutrirsi dal terreno  nella vita ultraterrena. Perciò esso era un simbolo di speranza e solo dopo la pubblicazione del racconto Il vampiro di Polidori ha iniziato ad afferire alla dimensione del  lugubre. Per la scrittrice il vampiro può essere risemantizzato come simbolo della recente globalizzazione. Attraverso il sangue di cui si nutre, nel vampiro coesiste l’essenza di una pluralità di esseri umani. La mescolanza, per questo, è definita dalla Valerio come principio d’eternità, esattamente come accade per i nostri dati digitali che vengono fusi nei vari server della rete, che consentono di perpetuare la nostra identità. Anche l’essere umano tende alla metamorfosi, ma è restio nell’assecondarla preferendo tracciare confini laddove non ci sono. Dimostrazione di ciò è il clamore che suscitano le novità linguistiche che si pongono l’obiettivo di introdurre formule più inclusive e rappresentare in maniera più completa la realtà multiforme che ci circonda.  Sempre a proposito del linguaggio, Chiara Valerio ha citato il Lessico famigliare di Natalia Ginzburg, affermando che la parola è capace di riportare in vita i defunti e che la famiglia è il luogo dove ci si conosce attraverso essa.

L’impressione finale è stata quella di aver ascoltato un’autrice poliedrica e in grado di offrire diversi spunti di riflessione apparentemente scollegati fra loro, ma tutti riguardanti il tema della metamorfosi.

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