Cronache, Salone del libro 2021

Dalla differenza linguista alla riscoperta di se stessi


Emanuela Idotta e Sara Ramello, Liceo Alfieri


All’edizione 2021 del Salone Internazionale del Libro di Torino “Vita SuperNova“ nella giornata di giovedì 14 ottobre, presso l’Arena Piemonte si è tenuta una conferenza dal titolo Migranti: femminile plurale, l’italiano e i suoi sconfinamenti. L’incontro è stato presentato dall’ideatrice del XVII° Concorso letterario Lingua Madre Daniela Finocchi e ha visto come partecipanti la scrittrice castigliana Amalia Lombarte Del Castillo, il professore di lingua italiana presso l’Università del Vermont Antonello Borra e la lessicografa Luisa Giacoma.

Il concorso è nato nel 2005 con il proposito di dare alle migranti donne, che costituiscono circa il 52% del totale, uno spazio di ascolto, di confronto e di accoglienza con la cultura italiana che le ha ospitate. 

Alla domanda della moderatrice Luisa Giacoma riguardante la sua considerazione della nuova lingua, Amalia Lombarte Del Castillo ha rivelato che essa è passata dall’essere una minaccia ad un’ancora di approdo utile a “esorcizzare certi demoni”, dandole la possibilità di creare un mondo parallelo in cui archiviarli.

Successivamente è intervenuto il professore e poeta Borra, il quale si è dichiarato sensibile all’importanza di scritture che si facciano portavoce di una cultura altra, per il fatto che il suo idioma madre sia il dialetto piemontese, anch’esso lingua di minoranza.

In seguito ha aggiunto che un tipo di scrittura come quello previsto per i partecipanti al concorso è pedagogicamente utile per tre motivi: innanzitutto tematizza l’apprendimento dell’italiano, in secondo luogo, si connota come vera e attuale, infine è breve e pertanto facilita lo sforzo cognitivo.

Da questa riflessione è emerso il commento della moderatrice, la quale sottolinea la differenza di approccio del progetto Terra Madre, che rispetto al modello generale incentiva un apprendimento della lingua maggiormente spontaneo, privo di stringenti schemi grammaticali. Amalia sottolinea l’importanza di tale tecnica, in quanto si adatta al bisogno di espressione dei migranti, i quali sono spinti a inventare nuovi termini talmente è forte la loro necessità di comunicare.

Il percorso di Terra Madre suggerisce l’idea secondo cui anche la diversità linguistica è bellezza. 

Il processo di scrittura nella lingua di adozione dà la possibilità di esprimersi in modo innovativo e di riscoprire se stessi; inoltre, utilizzando un idioma diverso da quello di appartenenza, si ha un distacco emotivo che permette loro di assumere un atteggiamento più razionale rispetto al contenuto che si vuole veicolare. 

A conclusione del dialogo, l’autrice Amalia Lombarte Del Castillo confessa che la sua nostalgia si rivolge particolarmente ai modi di dire: non è facile trovarne una corrispondenza in italiano.

 

 

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