“C’est comme ça que le français m’a servi dans ma vie” (“é così che il francese mi è servito nella vita”): è così che Michael Frank entra in contatto per la prima volta con Stella Levi, novantaduenne con alle spalle una vita da raccontare. Dal 2015 cominciano così una serie di appuntamenti, rigorosamente il sabato, durante i quali Stella si è lasciata andare nel raccontare i suoi ricordi, anche quelli più dolorosi, che poi sono confluiti in “Cento volte sabato”, la nuova opera dello scrittore.
Nata e cresciuta nella Juderia, quartiere ebraico dell’isola di Rodi nonché territorio che vede la fusione di diverse culture e tradizioni, ha sopportato il più lungo viaggio di deportazione ad Auschwitz in termini di tempo e spazio. Affezionata alla sua terra d’origine, il confronto con l’autore, le ha dato la possibilità di recuperare quel mondo perduto da cui si è dovuta distaccare a causa delle svariate vicissitudini della sua vita.
Il racconto della donna rende giustizia alla figura femminile, divenuta un pilastro durante il periodo trascorso nel campo, in quanto simbolo di resilienza e indipendenza. Anche Stella infatti, racconta a Frank di come lei stessa si sia dovuta allontanare dalla Stella che era Rodi, per riuscire a far emergere il suo lato più istintuale e tenace, fuggendo così dalle fragilità spesso provocate dai ricordi e dalla mancanza degli affetti.
Il libro non é un mémoire, né tanto meno un reportage della vita di Stella, una donna che é stata più che coraggiosa nel raccontare le sue esperienze. L’autore lo definisce come un ritratto, perché Stella Levi é una persona in continua evoluzione poiché la sua vita non può essere bloccata nel tempo con un “romanzo”, ma deve persistere ancora per secoli. Michael Frank stesso ha riscontrato, grazie a questi periodici incontri, un cambiamento anche in sé, in quanto rivivere insieme a lei il suo passato gli é stato utile anche per capire la sua storia e “toccare” quelle esperienze e quei concetti che, senza il contributo di Stella, sarebbero stati inconcepibili e quasi impossibili da immaginare. La delicatezza e dolcezza della donna, ma anche l’energia che la contraddistingue, lo hanno aiutato ad assorbirne la storia e confezionarne un libro.