Guarire dai disturbi alimentari si può e anche disegnare male ma riuscire comunque a comunicare qualcosa! Parola di Giulia Spagnuolo, in arte ZUZU, la ventiseienne fumettista e illustratrice salernitana che quest’anno la nostra scuola ha conosciuto grazie al progetto “Adotta uno scrittore” promosso dal Salone Internazionale del Libro di Torino. I primi due incontri sono avvenuti online, abitando lei a Roma, ma stamattina, 27 aprile 2022, l’abbiamo finalmente vista e accolta di persona nella nostra scuola. Come per magia, l’aula magna si è trasformata in un laboratorio di disegno emotivo. Zuzu ci ha assegnato un esercizio che ci ha messo a dura prova: partire da un simbolo a scelta e rappresentare graficamente cosa fosse per noi, come ci facesse sentire e come avremmo voluto che fosse. Trasferire la nostra personalità su un foglio bianco, insomma! Mentre pensavamo e lavoravamo, passava tra i banchi e ha avuto una parola per tutti, non una correzione, sempre un incoraggiamento a esprimerci. Ci ha coinvolti molto sin da quando, il 4 aprile scorso e poi l’11, è apparsa sui nostri schermi, con la sua schiettezza genuina. Ha risposto a tutte le domande che le abbiamo posto, sul suo primo libro “Cheese” (tesi di laurea allo IED voluta da Gipi) e sull’ultimo da poco uscito, “Giorni felici”; sulla gavetta e sul suo mestiere; sulle preferenze letterarie e cinematografiche; ma anche sulla sua vita personale. Senza remore. Chi ha letto Cheese o la biografia di Zuzu lo sa, ha sofferto di disturbi alimentari, e ce lo ha raccontato («L’unica forma di controllo più che un’ossessione estetica»), non lesinando consigli per chi si ritrova in questo tunnel: un buon psicoterapeuta e un buon nutrizionista («Farò un figlio solo se avrò i soldi per pagare uno psichiatra!»). Ha condiviso con noi anche la sua passione per il ballo, la suggestionabilità dinanzi all’attualità, il gusto di deformare i soggetti («Se disegnassi iperrealistico, farei delle foto»), la fatica nel programmare da quando ci è piombato addosso il Covid e anche l’uscita con Rocco (ragazzo per cui in Cheese sfonda un portone) che si è rivelato noioso. Ti rivedremo il 23 maggio a Torino, ma vogliamo scrivertelo. Grazie, ZUZU, per averci ricordato quanto sia fondamentale chiederci cosa non ci piace, osservare fuori e cercarci dentro. E grazie al Salone del Libro che ha reso possibile l’ennesima esperienza di crescita per noi, catartica quasi come il rotolare giù dalla collina di Zuzu Dario e Riccardo dietro il formaggio…
4A I.I.S. “Cravetta-Marconi”