Dopo i due incontri con Daria Bignardi e aver conosciuto gli studenti della sezione carceraria, ecco alcune riflessioni su questa esperienza che ci ha lasciato molta consapevolezza e ha migliorato la nostra capacità di ascolto e di accoglienza dell’altro.
Al termine della lettura del libro “Ogni prigione è un’isola”, abbiamo scritto alcune riflessioni a partire da frasi e suggestioni che il testo ci aveva lasciato. Il primo incontro con Daria Bignardi è stato un momento molto emozionante e delicato, lei ci ha spiegato che i destinatari di questo libro sono tutte le persone che si sono sentite o si sentono in qualche modo recluse, anche se non hanno sbarre intorno. In effetti i testi che avevamo preparato e che abbiamo condiviso con lei andavano proprio in questa direzione, perché avevano titoli come “Prigioni senza sbarre”, “Muri invisibili”, oppure “Riflessioni sulla libertà”. Siamo rimasti molto colpiti dalla sua attenzione nei nostri confronti, dal suo desiderio di rispondere ai nostri dubbi sulle criticità della detenzione femminile e sulle opportunità e i percorsi di recupero che vengono offerti alle detenute. Un altro momento profondo è stato il riflettere sul male, se esso sia una necessità al quale portano alcune circostanze della vita, oppure una scelta compiuta dal soggetto in modo consapevole.
Durante il secondo incontro abbiamo incontrato Daria Bignardi nel carcere di Saluzzo, insieme ai detenuti del gruppo di lettura. Eravamo tesi ed emozionati quando abbiamo varcato le porte del carcere. Ci siamo seduti in un’aula accanto ai detenuti e, dopo i primi momenti di imbarazzo, abbiamo potuto rivolgere loro delle domande. Ci siamo resi conto che avevano tanto desiderio di parlare ed incontrarci. Abbiamo riflettuto su quanto sia importante per i detenuti incontrare il “fuori” e per questo desideriamo ringraziare il Salone Del Libro per averci offerto, attraverso la lettura del libro e l’incontro con Daria Bignardi, un momento di crescita personale e di classe molto significativo.