Mikhail Shishkin, uno dei maggiori scrittori russi contemporanei, durante una conferenza del Salone del Libro 2022, ha presentato il suo nuovo libro intitolato “Punto di fuga”, tradotto da Emanuela Bonacorsi ed edito da 21lettere. Questo romanzo non racconta solo della storia di due innamorati che si scambiano lettere durante la guerra, ma anche di vita, di poesia, di crescita e di morte. Secondo l’autore, infatti, l’amore non può nascere che da una perdita e quindi la morte risulta un dono quasi al pari della vita. “La morte non è nulla” riflette l’autore quando gli viene chiesto di dare una definizione della morte.
Durante altri momenti di riflessione Shishkin ha parlato dei temi principali del libro tra cui la possibilità di rendere eterni, grazie alle sue parole, i personaggi di cui scrive. Secondo Shishkin l’arte, la musica e la letteratura hanno un incredibile potere: quando leggiamo o andiamo ad un concerto, diventiamo anche noi un po’ immortali. Per lui il compito dell’autore è quello di raccogliere le atrocità del mondo e creare un libro luminoso, che una volta finito ci trasmetta fiducia nell’universo.
Ha affrontato anche il tema della guerra, in modo lucido e sincero: è riuscito ad estraniarsi sia dalla mentalità russa sia da quella occidentale, descrivendo il complesso rapporto del popolo russo con il potere. Non ha avuto paura di schierarsi e di augurarsi la vittoria dell’Ucraina, predicendo con una nota di rammarico il disfacimento politico ed economico della Russia. Ha concluso l’incontro con un’ultima frase: “le crudeltà del mondo sono una malattia, l’unica cura è la cultura”.