Alla XXXIV Edizione del Salone del Libro di Torino, Rossano Astremo, saggista pugliese, ha presentato il suo libro, Pier Paolo Pasolini il Poeta Corsaro, edizione La Nuova Frontiera Junior, una biografia del famoso poeta e sceneggiatore italiano. In occasione del centenario dalla nascita dell’autore ha tenuto una lezione sul rapporto che Pasolini ha avuto con i ragazzi e come questi abbiano influenzato la sua produzione letteraria.
Negli anni successivi alla seconda guerra mondiale, dopo aver superato il lutto del fratello che lo aveva segnato profondamente, si trasferisce a Roma e inizia la sua carriera come insegnante in una scuola media di Ciampino, dove entra in contatto per la prima volta con lo stile di vita dei ragazzi di periferia. A questi dedica, nel 1955, uno dei suoi più celebri romanzi, Ragazzi di vita, opera di denuncia della condizione di emarginazione, povertà e analfabetismo dei giovani rimasti orfani nel dopoguerra.
Nella sua vita Pasolini, che notoriamente aveva idee di sinistra, ha sempre cercato un confronto con i giovani: nel 1968 scrive una poesia provocatoria contro gli studenti coinvolti nelle violente rivolte studentesche di Valle Giulia, definendoli “figli di papà” con la possibilità di frequentare le migliori università, al contrario dei poliziotti provenienti da famiglie umili incapaci di garantire loro una cultura e un futuro.
Negli anni ’70, poco prima di morire, Pasolini lascia un ultimo testamento alle nuove generazioni, Lettere Luterane, un trattato pedagogico il cui messaggio principale è non omologarsi agli altri, rimanere autentici e continuare a seguire la propria idea di felicità.