La storica Eva Cantarella tiene al Salone del libro di Torino una conferenza sulla dicotomia Sparta-Atene. Questa tematica di grande attualità è divenuta nel tempo un modello al quale, soprattutto in ambito politico, si è attinto.
Cantarella dichiara di essersi posta il problema di conoscere Sparta e Atene, di analizzarne somiglianze e differenze e di raccontare queste due realtà nella maniera più oggettiva possibile.
“Si dice che Sparta sia diversa, un unicum, rispetto ad Atene, ma non è vero”, afferma la storica. Per dimostrare la sua tesi, Cantarella fa un excursus sull’evoluzione politico-sociale che la Grecia ha conosciuto prima una forma di società palaziale e dopo la nascita delle poleis. A partire dall’istituzione delle città-stato, il territorio greco si è frammentato in realtà indipendenti tra loro ma di fondo uguali, unite dalla cosiddetta cultura panellenica.
La Grecia, però, non è mai stata una nazione unita e le sue poleis sono sempre state in conflitto tra loro. Tra queste emergono Sparta e Atene, indubbiamente differenti sotto l’aspetto della suddivisione sociale e della considerazione attribuita ad alcuni cittadini, ma affini nella struttura politica.
Attraverso il ritrovamento del documento della Legge di Gortina, una città cretese, siamo oggi a conoscenza di alcune informazioni sul diritto di Sparta. Mediante tale testimonianza storica, è stato possibile individuare una delle differenze fondamentali tra la cultura ateniese e quella spartana: la condizione femminile.
Ad Atene dominava la misoginia: alla morte del pater familias solo i figli maschi ereditavano il patrimonio, l’unica funzione della donna era quella di riprodurre il corpo cittadino e il suo ruolo materno non veniva riconosciuto. La figura femminile a Sparta, invece, aveva maggior libertà, la maternità assicurava onori e glorie e aveva un importante valore sociale.
Anche l’ambito pedagogico era teatro di discriminazione sessuale. Ad Atene, infatti, il rapporto fra il ragazzo giovane e l’adulto era accettato perché giustificato dal fine pedagogico, mentre quello tra donne non era approvato. A Sparta, invece, sia la pederastia maschile sia la femminile erano riconosciute.
Cantarella conclude dicendo che, pur esistendo delle differenze tra cultura ateniese e spartana, entrambe le realtà sono figlie della stessa madre, la Grecia.