Alle 16.30 nella Sala Azzurra si è tenuta una videoconferenza con il professore e vincitore del premio Nobel per l’economia Daniel Kahneman, che ha presentato il suo nuovo libro. Hanno partecipato anche i dottori Diego Gambetta e Chiara Valerio, insieme alla moderatrice Tonia Mastrobuoni. L’economista, a seguito di diversi studi condotti sul tema del giudizio umano, ha scritto il saggio “Rumore” in cui presenta, tramite vari esempi, le interferenze che distorcono il giudizio in ambiti impensabili per il lettore, che generalmente si affida ciecamente a scienze quali la medicina. Lo strumento di misurazione del giudizio è la mente umana che, come gli altri strumenti di misura, è soggetta a errori. L’idea del libro è nata quando lavorando presso assicuratori, Kahneman aveva chiesto opinioni a vari esperti del campo e aveva osservato risposte molto differenti: la discordanza tra le valutazioni di una situazione analoga erano di oltre il 50%. L’autore propone come soluzione la digitalizzazione e l’intelligenza artificiale, ma praticandola sorge una nuova problematica: fin da quando si è iniziato a usare gli algoritmi (anni ’70), colui che li progettava poteva essere soggetto a rumore: interferenze che influenzano l’uomo nei suoi giudizi. Nell’uomo è insita un’ostilità verso il mondo digitale, che lo porta ad avere un tasso di tolleranza più alto verso l’uomo. Un quesito sorto a Valerio è in cosa consista la differenza tra gusto personale e giudizio professionale. Kahneman risponde che le differenze nascono dalle varie situazioni: il disaccordo è produttivo ed evolve verso soluzioni migliori, ma devono coesistere anche determinati limiti. Gambetta invece ha chiesto al professore come ci si può regolare sulla fiducia dopo aver letto entrambi i libri (Thinking Fast and Slow), che a sua detta sono agli antipodi. L’economista ha risposto dicendo di essere in disaccordo su quest’ultimo parere e afferma che il compito del primo libro è quello di differenziare casi in cui l’intuito può essere qualcosa su cui appoggiarsi o qualcosa di dannoso, mentre il secondo saggio si concentra sulle diverse prospettive degli individui, i quali vedono la realtà secondo una propria visione: sono queste discrepanze a generare rumore. Il rumore è comprensibile nella scienza giuridica ma è sorto un dubbio: perché il rumore subentra anche nella scienza medica, in cui la diagnosi è unica e oggettiva? A seguito di una corrispondenza con cardiologi inglesi, Kahneman ha notato come nascano incongruenze nella lettura dei referti degli elettrocardiogrammi, a seconda delle diverse esperienze che caratterizzano l’individuo.
La conferenza, pur essendo molto complessa per il suo carattere filosofico, ha tenuto alta l’attenzione degli spettatori per tutta la sua durata. Le domande poste dai relatori hanno permesso un’analisi approfondita del libro che è stato trattato a 360°.