Frutto della collaborazione fra il Salone del Libro e il Ministero degli Affari Esteri, l’International Book Forum si traduce nel 2021 in tre documentari che trattano la trasposizione dei libri in serie TV o film. Edoardo Brugnatelli, il montatore di Mondadori, Sandra Ozzola, della casa editrice E/0 e l’editor Antonio Sellerio, raccontano i processi e le difficoltà dell’adattamento televisivo rispettivamente dei libri Gomorra di Roberto Saviano, L’amica geniale di Elena Ferrante e il commissario Montalbano di Andrea Camilleri.
In un mondo in cui le riviste sono state uccise dal digitale, anche i libri, nonostante mantengano un genere ancora unico, sono costretti ad entrare in contatto con la sfera tecnologica. Il rapporto tra produzione letteraria e cinematografia va rafforzandosi ed è dimostrato dall’aumento del numero dei testi tradotti in film o serie. La televisione risulta essere un’alternativa al libro per i non amanti della lettura, infatti, per quanto i libri siano la sorgente della produzione su schermo, le serie e i film sono spesso preferiti alle produzioni su carta. La potenzialità mediatica e divulgativa di servizi streaming come Netflix potrebbe risultare un’arma a doppio taglio poiché se da un lato amplia l’accesso a narrazioni geniali, dall’altro, qualora le sceneggiature snaturassero l’obbiettivo dei romanzi a cui si ispirano, potrebbe favorire la diffusione di contenuti incoerenti agli originali. I film impongono immagini di personaggi immutabili, spesso stereotipati, che vincolano la fantasia del lettore, ciò spinge a chiedersi se talvolta il processo di scrittura e trasposizione venga influenzato dagli schermi. Ad esempio, il commissario Montalbano viene presentato da Camilleri con barba, molti capelli e rughe; nell’immaginario comune invece possiede le sembianze dell’attore Luca Zingaretti. La tentazione c’è, ma i tre editori concordano sull’attenzione che i tre scrittori riservano a garantire l’integrità del nucleo centrale su cui si snodano le loro opere durante l’adattazione.
Schermo e libro rispondono ad esigenze e pubblici differenti perciò è necessario che il film e le serie tradiscano il romanzo a cui si rifanno, tuttavia, come afferma Saviano nel documentario, il cuore della narrazione, ovvero il motivo per il quale l’opera è stata concepita, deve essere condiviso fedelmente.
Nel film vengono enfatizzati alcuni aspetti, come la lingua e la linearità temporale della trama, ed altri faticano ad emergere. In alcuni casi, un amplio uso del dialetto, che necessita solo di alcuni termini di input nella narrazione tradizionale, implica persino l’inserzione di sottotitoli, togliendo in questo modo parte della magia del cinema.
Anche la figura dell’editor è messa alla prova: deve riuscire a mantenere i suoi compiti originali, optando per una valutazione di un testo non fondata su elementi estetici tra i quali non passa inosservata l’esistenza di un film, ma sulla validità del messaggio della trama.
Nel panorama cinematografico italiano, inoltre, alcuni registi tendono ad inserire il proprio tocco artistico all’interno di copioni già scritti, andando così a snaturare alcuni personaggi in cambio di una scena dall’effetto più efficace. Il consiglio di Edoardo Brugnatelli per tutti gli autori che si trovano in questa situazione è quello di rileggere i propri romanzi, facendo rinascere il vero mondo che inizialmente avevano ideato.