Una cosa che ti ha colpito
E’ una notte calma quella che avvolge Rieux, seduto accanto al corpo dell’amico Tarrou. E’ una notte ferma, da vivere all’insegna del silenzio e della tregua. L’aria fredda del dolore pesa sulle finestre, il suo respiro livido, invece, sulle spalle di un uomo che si sente circondato dalla sconfitta. Prende forma, in questi attimi, una consapevolezza nuova: Rieux stringe a sé la memoria dell’amicizia e degli affetti vissuti, insieme alla loro quasi insostenibile, quanto fondamentale, fragilità; guarda al male della malattia per quello che è stato e ancora è. Rieux riconosce alla speranza di ogni giorno il suo valore illusorio ma fondante, sceglie di ricordare, dell’amico così come di ogni individuo, il calore della vita e l’immagine della morte. C’è un’espressione della tragedia antica che sembra far sentire la propria eco: πάθει μάθος, ‘capire soffrendo’; attraverso il dolore, la conoscenza. Albert Camus libera la propria scrittura da qualsiasi forma di posizione morale, eppure il cuore quasi sussulta di fronte a un’esperienza tanto umana e a noi vicina quanto quella raccontata nelle pagine della Peste. Diveniamo allora certi dell’eredità lasciata dal dolore e della permanenza del ricordo; ancora, della condivisione che si instaura tra le nostre emozioni e gli altri e dell’intreccio delle vite di ognuno, solitamente definito comunità; un bagaglio, in definitiva, di consapevolezze che ci rendono ancor più esseri umani.
Una frase del libro da conservare
“Tarrou aveva perso la partita, come diceva. Invece lui, Rieux, che cosa aveva guadagnato? Soltanto di aver conosciuto la peste e di ricordarselo, di aver conosciuto l’amicizia e di ricordarselo, di conoscere l’affetto e di doversene un giorno ricordare. La conoscenza e la memoria erano tutto ciò che l’uomo poteva guadagnare al gioco della peste e della vita. Forse era questo che Tarrou chiamava vincere la partita!”
Nome Scuola
Città Scuola
E’ una notte calma quella che avvolge Rieux, seduto accanto al corpo dell’amico Tarrou. E’ una notte ferma, da vivere all’insegna del silenzio e della tregua. L’aria fredda del dolore pesa sulle finestre, il suo respiro livido, invece, sulle spalle di un uomo che si sente circondato dalla sconfit