Molti mi hanno chiesto se consigliassi il libro “La peste” di Albert Camus. La mia risposta è stata: assolutamente sì. Perché? Non tanto per la storia, un signore che racconta come lui e gli altri cittadini abbiano affrontato il periodo della peste, ma per le emozioni che suscita. Camus è riuscito a descrivere a parole tutte le emozioni che credo la maggior parte di noi, se non tutti, abbiamo provato durante la pandemia da Covid-19. La costante paura che da un momento all’altro potesse colpire noi, il grosso senso di smarrimento e il senso di vuoto diventato ormai una costante. E la sofferenza: tanta, tantissima sofferenza. Ritrovarmi nelle sue frasi è stato come dover rivivere tutto, ma molto più intensamente. Leggere e realizzare di aver vissuto tutto ciò è stato un duro colpo. Lui è riuscito a emozionarmi ma anche a farmi riflettere. Un libro che va capito, letto e assaporato, ma anche vissuto per capirlo a pieno, fino a fondo.
Desirèe
Il libro mi è piaciuto perché ho saputo cogliere il significato dello scritto, anche se in alcuni punti ho avuto qualche difficoltà a seguire il filo del discorso.
Mi è piaciuto perché è molto simile a quello che stiamo vivendo da ormai due anni.
La scena che più mi ha colpito è stata quella in cui hanno chiuso le porte della città, perché mi ha fatto tornare indietro nel tempo, facendomi ripensare a come io stessa mi sono sentita persa, senza più poter vedere le persone a cui voglio bene e senza poter vivere la vita che stavo vivendo fino a quel momento.
Laura
Il libro “La peste” di Albert Camus parla di una città che viene colpita, tutto ad un tratto, da un’epidemia: in questo libro si possono vedere i diversi atteggiamenti delle persone nel momento in cui si ritrovano a dover convivere con essa. All’inizio il romanzo non mi aveva colpito molto, forse per le descrizioni un po’ troppo reali, ma poi devo dire che, andando avanti, ha iniziato a coinvolgermi pienamente. Questo libro credo di averlo letto nel momento perfetto, nel momento in cui anche noi ci ritroviamo nella stessa situazione, mi sono sentita quasi come se fossi dentro il libro, uno dei personaggi del libro, ho saputo immedesimarmi molto meglio nelle scene che leggevo, ho provato a immaginarmi come loro vivevano quel periodo, e devo dire che sotto questo punto di vista, mi è risultato tutto molto più semplice, proprio perché anche noi abbiamo e stiamo ancora vivendo una situazione simile. Proprio provando ad immedesimarmi nelle scene che leggevo sono riuscita a capire meglio le differenze e le similitudini rispetto ad oggi, in relazione a come la viveva la gente di Orano, a come affrontavano la situazione nell’insieme, a come si erano organizzati una volta capito fosse un’epidemia. Se mi dovessero chiedere se consiglierei il libro non ci penserei due volte, perché credo che possa far riflettere molto, dato che racconta fatti di vita reale.
Sara