Cronache, Portici di Carta 2025

Vivere per sempre: tra memoria e simulazione


Manuel Andreani, Gabriele Cognata

Liceo Classico Vittorio Alfieri - Torino

Oggi, 4 Ottobre 2025, abbiamo potuto assistere alla presentazione del libro “Vivere per sempre – L’aldilà ai tempi di ChatGPT” di Davide Sisto (edito Bollati Boringhieri). I temi trattati sono stati molteplici, ma Sisto si é soffermato principalmente su quello della vita digitale dopo la morte.

In un’epoca in cui tutto viene registrato e conservato online, anche la morte sembra meno definitiva. Alcune persone cercano conforto negli ologrammi dei defunti, chiamati tanabots: simulazioni digitali che imitano voce, volto e modi di fare di chi non c’è più. Ma a parlare non è davvero la persona amata, è un programma che rielabora messaggi, foto e video del passato.

Viviamo in un periodo in cui si fatica ad accettare la fine. Cerchiamo di fermare il tempo, di restare aggrappati ai ricordi, ma così rischiamo di restare bloccati nel passato. Il dolore non si supera creando copie artificiali, anzi, spesso questo ostacola l’elaborazione del lutto e la possibilità di guarire.

Anche i social network sono diventati una sorte di cimitero virtuale. Su Facebook, i profili delle persone scomparse restano attivi e continuano a ricevere commenti e like. Su TikTok, invece, il dolore viene mostrato in video, spesso spostando l’attenzione su chi resta piuttosto che su chi è morto. A volte è bisogno di sfogo e condivisione, altre volte diventa una forma di spettacolo o ricerca di visibilità.

La morte oggi è cambiata, è più pubblica, più digitale e anche più confusa. Ma forse ricordare davvero qualcuno significa accettare la sua assenza, non replicarla con l’intelligenza artificiale. Per quanto rassicuranti, i tanabots sono solo illusioni create da dati. E ciò che ci lega davvero a chi abbiamo perso non può essere ricostruito da un algoritmo.

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