Cronache, Internazionale a Ferrara 2025

Il frutto più raro


Bianca Mazzoni, Clelia Venturini

Liceo L.Ariosto, Liceo V.Alfieri - Ferrara, Torino

Edmond Albius è per gli abitanti di Réunion ciò che rappresenta per noi Garibaldi: un eroe nazionale, ne ha parlato Gaëlle Bélem intervistata da Francesca Sibani, il 4 ottobre ad un incontro a  Palazzo Naselli Crispi.
Così l’autrice, nativa dell’isola francese, descrive il personaggio principale della sua “biografia romanzata”, una storia vera, ma anche un racconto su colonialismo e razzismo nel XIX secolo.  Edmond Albius nasce nel 1829 nell’isola di Bourbon (oggi Réunion) da una famiglia di schiavi. Rimasto orfano alla nascita, viene adottato da un colono francese Ferréol, un botanico appassionato, che gli trasmette l’amore per le piante. A soli dodici anni, Edmond fa una scoperta sensazionale: nel 1841 scopre un metodo per impollinare manualmente la pianta di vaniglia, un’impresa mai riuscita a nessuno prima di lui.
L’intuizione di Edmond è rivoluzionaria e scuote le fondamenta sociali ed economiche della colonia francese, rendendo finalmente possibile la produzione su larga scala di vaniglia che, ancora oggi, è il simbolo della Réunion, nonostante l’isola non ne sia più uno dei fornitori principali. Ma l’impatto epocale della sua scoperta non basta a cambiargli la vita: resta uno schiavo, privo del riconoscimento per il suo talento e, anche dopo l’abolizione della schiavitù, il suo futuro è tutt’altro che promettente.
Gaëlle Bélem compie un lavoro magistrale, ricostruendo attraverso fonti epistolari e archivi dipartimentali la storia di Edmund e quella di La Réunion, dall’arrivo dei primi coloni europei al decreto del 1848 che pose fine alla schiavitù. Ma come ha voluto specificare più volte l’autrice, non si tratta di un romanzo storico con lo scopo di condannare il razzismo costituzionale , bensì un tentativo, ben riuscito, di redimere e riabilitare la figura di Edmond, unendo fonti storiche e creatività romanzesca. Il risultato è una “biografia romanzata”, come l’ha definita la scrittrice, in cui la vera protagonista è però proprio lei, la vaniglia, alla quale dal 1841 nessuno di noi potrebbe più rinunciare.

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