Il giorno 3 ottobre 2025, la ricercatrice Sarah Gainsforth, assieme a Romeo Farinella, Professore di Urbanistica all’Università di Ferrara e Diego Carrara, ex direttore generale di ACER, ha tenuto una discussione sul tema dell’urbanistica italiana. Gli stessi argomenti sono stati poi approfonditi da Sarah Gainsforth nel suo libro “L’Italia senza casa” (Editore Laterza, 2025): i vari fattori che hanno causato la modifica di bisogni e strumenti edificativi in centri urbani.
L’urbanizzazione odierna implica la concezione di casa come rendita e non come bene pubblico; il “colonialismo” dei privati sul suolo pubblico va contro il fabbisogno abitativo del luogo e induce i cittadini a incentivare subaffitto e turismo, migliorando così il mercato del terziario, ma ostacolando quello interno italiano.
Col passare del tempo, a partire dalla riforma Bassanini del 1997, la gestione pubblica del suolo è stata subordinata alla costruzione di proprietà private anche a causa della mancanza e cattiva gestione dei fondi per la manutenzione degli edifici. “Se pensiamo alla casa come luogo fisico, l’Italia ne è piena, ma sono vuote, non abitabili” queste sono infatti le parole di Romeo Farinella.
Infine, non promuovere la residenzialità conviene non solo a chi ne trae profitto direttamente, ma anche allo Stato, che aumenta la tassazione dell’IMU sulle seconde proprietà. Il soggetto pubblico subisce ormai gli effetti di queste problematiche senza avere strumenti per intervenire sulla regolamentazione dell’offerta di alloggi; è dunque importante iniziare a rivendicare con più convinzione i propri diritti sul territorio.