“Gli adolescenti non sono una categoria, ognuno è una persona”. Questo è il centro dell’incontro tra il gruppo lettura bookstock e Matteo Lancini, psicologo e psicoterapeuta dell’età evolutiva, tenutosi il 19 maggio nell’Arena Bookstock del Salone.
L’ospite presenta il suo nuovo libro Chiamami adulto, ponendo fin da subito il tema della relazione giovani-adulti come protagonista. Partendo dalle classiche definizioni giornalistiche che descrivono i giovani come smarriti, fragili e diseducati, Lancini le smentisce indicandole come generalizzazioni. Entrando nelle maglie dei rapporti educativi sottolinea l’importanza delle emozioni, quali rabbia, paura e tristezza: queste non vanno liquidate perché scomode, ma innanzitutto ascoltate. L’incapacità dei genitori di agire in questo modo, carica i figli delle loro fragilità emotive. “Noi dobbiamo diventare genitori in base ai figli”, questo è il giusto approccio proposto da Lancini: declinare l’educazione in base alla specificità dei ragazzi.
Si sofferma poi sull’ambiente di crescita dei ragazzi: il contesto mass-mediatico ha anticipato il processo di socializzazione, rendendolo però più superficiale. Parlando con gli adolescenti, Lancini si è reso conto della facilità con cui questi si aprono dopo poche sedute di terapia. Questo dimostra chiaramente che il vero problema non è l’iperprotezione, né tantomeno una dipendenza da Internet, ma la mancanza di ascolto.
Di seguito l’intervista a Matteo Lancini: