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Città Scuola
Castle Rock, 20 Luglio 1960
Caro Gordie,
ti scrivo perché, dopo aver letto “Il corpo” di Stephen King, sono rimasto parecchio colpito dalla tua storia e da quella dei tuoi amici. Tutto il viaggio che avete fatto per cercare Ray Brower mi ha fatto pensare a quanto può essere forte l’amicizia a quell’età, quando ogni avventura sembra la più importante della vita.
La cosa che mi è piaciuta di più è stato proprio vedere quanto tu e i tuoi amici eravate legati. Anche nei momenti più duri, come quando, ad esempio, avete dovuto affrontare Ace e gli altri bulli, siete rimasti uniti. Ho pure apprezzato tanto il fatto che tu, nonostante fossi il più tranquillo del gruppo, abbia trovato il coraggio di farti avanti per proteggere Chris. Mi è piaciuto anche constatare che, durante il viaggio, ti sei aperto un po’ con i tuoi amici per esempio raccontando dei tuoi sogni e delle tue paure: si capisce che, anche se sei un ragazzino, hai già tanta roba in testa … cosa che di me non si può certo dire! Infatti, io alla tua età stavo ancora giocando ai trenini e piangendo perché non potevo andare al parco a divertirmi.
Se devo essere onesto, una cosa che non mi è piaciuta tanto è che alcune parti mi sono sembrate un po’ noiose all’inizio. Come ad esempio quando vi siete raccontati i vostri ricordi o cose che sono successe prima: a volte sembrava che la storia non andasse avanti. Mi sarei aspettato che ci fosse più azione da subito, invece ci sono stati momenti in cui sembrava che tutto si fermasse troppo a lungo prima che succedesse qualcosa di importante.
Comunque in generale il libro mi è piaciuto molto anche perché non è solo una storia di avventura, è anche pieno di emozioni vere, senza troppe “scene finte” come succede in certi altri romanzi. È una storia semplice ma, allo stesso tempo, molto forte: ti fa pensare a certi momenti della vita che anche se sembrano piccoli, in realtà ti segnano per sempre.
Un saluto,
Mattia Malaguti