-Cosa insegna il caso di Boualem Sansal-
Nella giornata di sabato 17 maggio, nella Sala Oro, si è tenuto l’incontro inerente al caso di Boualem Sansal, scrittore franco-algerino attualmente in carcere in seguito a delle accuse di terrorismo dopo aver rilasciato alcune dichiarazioni a sostegno della sovranità marocchina su parte del territorio algerino .
Come durante una staffetta, a passarsi il testimone esprimendo le proprie considerazioni sono stati i seguenti ospiti: Roberto Saviano, Melania G. Mazzucco, Sandro Veronesi, Yaroslav Trofimov, Chiara Valerio, Paolo Flores d’Arcais e Francesca Mannocchi, tutti autori italiani.
Attraverso la lettura di estratti da lettere, romanzi, saggi, ciascuno ha approfondito diversi temi per inquadrare e denunciare l’ingiusto destino dello scrittore: la natura dell’odio, le ragioni delle guerre, l’autoritarismo. Ma quello che ha suscitato maggior interesse, è stato sicuramente l’attentato alla libertà di espressione, approfondito da Saviano e Mazzucco, tipico di ogni dittatura.
Quello di Boualem Sansal non è un caso isolato, perché insieme a lui sono stati tanti gli intellettuali arrestati, picchiati e anche uccisi, per avere il loro silenzio, che è un silenzio assordante. In pochi conoscono la sua storia perché sin dall’inizio hanno cercato di oscurarla per non affrontarla e promuovere una trasformazione radicale al sistema che vuole isolare chi con coraggio ritiene un dovere esprimere il proprio pensiero.
L’incontro si è concluso con un invito a rivendicare come un dovere morale il diritto di condannare e combattere la censura e l’oscurantismo ideologico.