“Sono partito dal disegno, poi da lì si è aperto il vaso”.
All’incontro del 17 maggio 2025, nell’Auditorium del Salone del Libro, il rapper italiano Salmo è stato intervistato da Matteo Lancini e due ragazze del progetto Tutto Annodato, aprendo il sipario sul backstage della sua vita.
Gli è stato domandato perché, dopo una lunga carriera musicale, abbia voluto sperimentare un mezzo di comunicazione diverso, ossia la scrittura del suo libro Sottopelle. La risposta è stata immediata: “perché mi piace l’arte, che ha un sacco di sfumature che derivano dal desiderio di esprimersi”.
Ha dichiarato di aver sentito l’esigenza di scrivere la sua storia, nonostante non fosse nei suoi piani originali, per intraprendere un percorso di introspezione: “Ho smesso di osservare fuori dalla finestra, per guardare dentro la casa”.
Il suo nuovo album Ranch – ha ammesso – deriva dalla volontà di “ritornare alle origini” e ricongiungersi alla terra che lo ha visto crescere, la Sardegna, per ritrovare un “balance” che sentiva di aver smarrito.
“Non so se sto impazzendo, però ho questo richiamo alla terra. Ho bisogno di vedere il mare per stare bene”.
Si è completamente isolato dai social per un anno, consentendo al suo “spirito creativo” di rigenerarsi. Ha detto che le piattaforme su internet sono una benedizione e una condanna: sono in grado di mettere in risalto artisti emergenti, ma debilitano l’immaginazione e la fantasia.
“La vita a sei zeri è una truffa: facciamo cose veramente stupide per aggiungere uno zero in banca”. Salmo ha risposto con questa frase a un interrogativo riguardante la sua mancata partecipazione come giudice al talent show X-Factor, sottolineando che, nonostante la considerevole retribuzione, non aveva intenzione di rinunciare al suo sfogo creativo per un programma che gli avrebbe impedito di realizzarsi.
Il suo stile non è stato influenzato solo da altri rapper, bensì – ha dichiarato – anche da alcuni classici della letteratura come Se questo è un uomo di Primo Levi e I fiori del male di Baudelaire; di quest’ultima opera ha detto di apprezzare il fatto che l’autore “elogia l’orrido e la bellezza del brutto”. Anche la produzione di Salmo si basa sul peso di tutte le parole, che in un attacco di creatività possono diventare bombe che esplodono improvvisamente.