“Il noir non è un saggio travestito, ma un vero romanzo”. Così hanno detto Piergiorgio Pulixi e Massimo Carlotto durante l’intervista di oggi con Stefano Nazzi. I due autori, conosciuti per i loro celebri romanzi noir come “La libreria dei gatti neri” e “Danzate su di me”, hanno partecipato ad un intervento trattando del loro genere letterario e della sua relazione con la realtà.
Il noir è una variante del poliziesco e si differenzia dal giallo tradizionale perché il personaggio principale è la vittima, non l’investigatore. Secondo i due autori però, la caratteristica principale non sarebbe questa, ma la forte presenza di un contesto storico e sociale: secondo Pulixi, “nel noir il crimine è una scusa per raccontare ciò che sta intorno a noi”.
La caratteristica principale è questa proprio, perché un delitto e la ragione per cui questo viene commesso, dipendono da una serie di fattori storici e sociali: un crimine commesso in un periodo di guerra o di rivoluzione, può avere un movente condizionato da questi, così come lo sarebbe il movente di un delitto commesso da una persona povera o emarginata.
Una volta approfondite le particolarità del genere, l’attenzione si è spostata sul processo di stesura del romanzo. Gli autori condividono un metodo simile di progettazione del libro, Pulixi avendo imparato il mestiere da Carlotto, che rimane però diverso da altri. Dopo aver raccolto informazioni e determinato il materiale sufficiente, entrambi creano una trama blindata, ovvero un resoconto estremamente dettagliato del caso, per poi solo dopo sviluppare i personaggi.
Da questa intervista è emerso che gli autori hanno un forte legame con i loro personaggi e le storie che scrivono e hanno entrambi confessato la difficoltà nel costruire personaggi realistici, soprattutto quando sono così complessi e contorti.