Una cosa che ti ha colpito
“I nostri concittadini che all’epoca rischiavano la vita dovevano decidere se erano non erano nella peste e se dovevano o non dovevano combatterla. Nella nostra città spuntavano allora molti nuovi moralisti, i quali andavano dicendo che era tutto inutile e che bisognava mettersi in ginocchio. E qualunque cosa Tarrou e Rieux e i loro amici potessero rispondere, la conclusione la sapevamo già: In una maniera o nell’altra, bisognava lottare e non mettersi in ginocchio”. Questa frase incarna l’essenziale significato dell’intero romanzo: la speranza e il coraggio. Da un lato, si insinua la speranza, fragile ma fortissima che accende e brucia le pieghe dell’instancabile coraggio di Rieux e Tarrou. La vita sarà certamente più forte della morte. Agli occhi della gente, tutti gli sforzi possono apparire vani; ma a volte la vita non si arrende e dà luce e bellezza al coraggio di chi ha scommesso, ha lottato e ha capito che la sua battaglia non sarebbe stata perduta. Rieux è stremato dallo sforzo fisico e mentale, che lo impegna quotidianamente. La sua attitudine alla cura, nel tentativo di arginare l’epidemia regala un’emozionante sensazione al lettore. Sembra udire tra le pagine una voce che dice di non smettere mai di lottare. Riflettendo sugli eventi attuali, il romanzo intende offrire un prezioso insegnamento: ci insegna ad apprezzare i valori veri nei momenti di maggiore difficoltà e a non smettere di inseguire un ideale per quanto possa apparire impossibile. L’instancabile abnegazione del vecchio Castel, che tenta di trovare in ogni modo una cura per il morbo, mi ricorda certamente l’impegno profuso da ogni paese nella ricerca del vaccino contro il Covid-19. Inoltre, il romanzo ci permette di comprendere come nessuno si possa salvare senza la solidarietà dell’altro (durante la pandemia è stata fondamentale la solidarietà fra Stati). La fragile felicità può essere ricercata anche in questo difficile periodo, ma può essere autentica solo se condivisa anche con gli altri esseri umani.
Una frase del libro da conservare
E qualunque cosa Tarrou e Rieux e i loro amici potessero rispondere, la conclusione la sapevamo già: In una maniera o nell’altra, bisognava lottare e non mettersi in ginocchio.
Il romanzo ci permette di comprendere come nessuno si possa salvare senza la solidarietà dell’altro (durante la pandemia è stata fondamentale la solidarietà fra Stati). La fragile felicità può essere ricercata anche in questo difficile periodo, ma può essere autentica solo se condivisa anche con gli altri esseri umani.