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“Le cose più importanti sono le cose più difficili da dire. Sono le cose di cui ti vergogni, perché le parole le sminuiscono- quelle cose che ti sembravano gigantesche finché erano nella tua testa, le parole le rimpiccioliscono quando le tiri fuori, le riportano alle dimensioni originali.”
Questa frase, che apre il romanzo horror di Stephen King, spiega il comportamento dei quattro protagonisti e cosa li abbia portati a svolgere in un determinato modo le azioni compiute.
Per il narratore, ovvero Gordie Lachance, è infatti “difficile fare in modo che gli estranei apprezzino le cose belle della tua vita”: ci troviamo in accordo con questa affermazione perché ciò che è significativo per noi può risultare molte volte irrilevante al giudizio degli altri.
È infatti a questo proposito che Gordie scrive di un episodio che lo segnerà per molti anni ma che di fatto non racconterà mai a nessuno, poiché preferì tenerlo per sé e ritornarci con il pensiero inevitabilmente in ogni momento difficile della sua vita.
Erano le cinque meno un quarto, Gordie era seduto sui binari del treno e mentre stava per alzarsi, a destra sulla ferrovia scorse una cerva a non più di dieci metri da lui. Il cuore gli balzò in gola, rimase attonito mentre la
pancia gli si riempiva di eccitazione. Non si mosse da lì e i due si guardarono a vicenda per diverso tempo: la cerva con aria serena, lui come se stesse vedendo un dono offertogli con una disinvoltura tale da recargli sconcerto.
Poco dopo aver iniziato a brucare l’erba, spaventata dall’arrivo del treno e dal vibrare dei binari la cerva scappò e così il ragazzo raggiunse nuovamente i suoi amici. La tentazione di raccontare l’episodio ai compagni era tanta ma decise di non farlo, perché a parole quell’incontro sarebbe divenuto insignificante, quando per lui in realtà fu la parte migliore dell’avventura.
Questa visione fu per il protagonista ciò che, sia in quella situazione, che per il resto della vita, lo distaccò dalle situazioni dolorose e allucinanti, come il primo giorno nelle foreste del Vietnam o le settimane precedenti la morte della madre.
Pensiamo che, esattamente come Gordie, tutti abbiamo un ricordo in grado di riportarci al sicuro e capace di allontanarci mentalmente dai problemi reali, che solo rievocandone il pensiero riesce a tranquillizzarci, ma che una volta espresso a voce alta e condiviso perde la sua autenticità e rischia di divenire banale non solo per gli altri, ma anche per noi stessi.