Il corpo 2025, Laboratorio, Un libro tante scuole

Fine di un’infanzia


Kazi Isran

Lucio Lombardo Radice - Roma

Nome Scuola

Lucio Lombardo Radice

Città Scuola

Roma

“I piccoli eventi diventano sempre più grandi, come un’eco, con il passare del tempo.” Questo passaggio mi ha fatto capire che le piccole cose che compi possono influenzare il tuo futuro. “The Body”, di Stephen King, mi ha mostrato temi come l’amicizia, il passaggio dall’infanzia all’età adulta, come le cose possano cambiare nel tempo, e come gli amici ti possano trascinare giù facendoti affogare con loro oppure portarti su verso una via sicura e felice. Il racconto, quindi, non si basa su una semplice ricerca di un corpo, ma sull’amicizia, sul coraggio e sull’esperienza di ogni momento che vivi. Potrei riferirmi alla mia vita, che anch’io ho vissuto un’esperienza simile, il fatto che gli amici potrebbero restare o non restare con te nel corso della tua vita. Tutti quanti affrontano nel cambiamento una cosa difficile da affrontare. Andavo in giro con gli amici di mio fratello, giocavamo a calcio, ci divertivamo, e ogni momento era prezioso. Con il passare del tempo le cose cambiarono, siamo rimasti in contatto solo pochi di noi. Al giorno d’oggi ognuno ha delle vite diverse, a dir la verità erano più amici suoi ma anche i miei, ma comunque anch’io ci stavo bene insieme, anche se ora non mi sento più spesso con loro. Almeno ho un migliore amico su cui posso contare di più. Il messaggio che il libro vuole darci è che l’amicizia è fondamentale nel corso della vita, e lo consiglio a tutti, giovani e adulti, per far riscoprire la nostalgia dell’infanzia che tutti viviamo o che abbiamo vissuto

 

Stephen King, nato nel 1947, vive nel Maine, il posto in cui è nato. È molto famoso per i suoi romanzi horror e thriller. “Il corpo” racconta il tema della normalità. Per molti è considerato il maestro del terrore, ma non è proprio così: nella sua opera esplora il fondo dell’animo umano. Partendo dalla paura, per King non si tratta di fantasmi o mostri che ti seguono: per lui la paura è il cambiamento. In altre parole, è qualcosa che nella realtà è difficile da capire. L’incapacità o impossibilità di controllare gli eventi. “The Body” è ambientato nel 1960 con i quattro personaggi Gordie LaChance, Chris Chambers, Teddy Duchamp e Vern Tessio. Trascorrono i pomeriggi della loro ultima estate insieme nella casa sull’albero che hanno costruito da bambini. Dove di nascosto giocano a carte, fumano e leggono dei giornali. Tutto viene sconvolto da una notizia che il cadavere di un loro coetaneo, scomparso da pochi giorni, si trova in un bosco. I protagonisti ci pensano e decidono di avventurarsi nella ricerca di questo corpo. All’inizio gli spinge la voglia di diventare degli eroi per aver trovato il corpo e consegnarlo alla polizia. Tuttavia, loro viaggiano attraverso delle fasi di confessioni intime e momenti di paura e spazi di gioia, rendendo quell’estate il ricordo più importante delle loro vite. Da questo racconto è stato tratto il bellissimo film Stand By Me – Ricordo di un’estate, diretto da Rob Reiner. Il personaggio che preferisco di più è colui che fa da narratore, Gordon o Gordie LaChance. Mi piace il fatto che racconta del passato e del futuro nello stesso tempo. È come se stessi vivendo di nuovo quel momento, ma vagando fra i ricordi del passato, fa divertire i suoi amici raccontando storie. Inoltre, a Gordie piace scrivere storie, cosa che mi ha fatto pensare a me stesso. Quando mi annoio o non ho niente da fare, mi invento storie o scene che vorrei scrivere su un foglio. Non mi baso su qualche piano che ho elaborato prima, nel senso che non scrivo la brutta, scrivo direttamente quello che mi viene in mente. Spesso scrivo storie anche sul telefono e le faccio leggere al mio migliore amico e gli piacciono pure. Questo mio aspetto, non è proprio un hobby fisso, lo faccio solo quando me la sento.

 

“L’unico motivo per cui scriviamo le storie è per capire meglio il passato e prepararsi in qualche modo alla mortalità futura.” Le storie possono nascere ovunque e ci fanno capire perché è successo e come è successo e di come influenzerà la nostra vita. Lo stile di Stephen King è quello di unire la prosa semplice con delle descrizioni approfondite. Inoltre, King utilizza anche delle metafore che ci fanno riflettere, facendoci pensare a qualche collegamento tra la tua vita e i temi del libro. Il racconto è riuscito ad agganciarmi nella storia, facendomi immaginare ogni scena e dettaglio. Anche l’uso dello stampatello nei dialoghi, per rendere meglio l’effetto delle urla o dei cambi di tono, aiuta a rendere più vivace la narrazione.

 

“Che una persona mi avesse toccata possa essere scomparsa.” Mi fa pensare che tutte le persone che conosci di famiglia, amici o persone che vedi ogni giorno potrebbero non esserci più, e questo ti fa pensare che loro una volta erano con te e così all’improvviso non ci sono più. Le emozioni che ho provato durante la lettura sono nostalgia, soprattutto perché mi riporta nella mia infanzia che ho vissuto, ansia per ciò che potrebbe succedere e la paura di come potrebbe finire. Il racconto è particolare perché il narratore racconta del passato, della sua infanzia con gli amici che ha vissuto e del presente, di cosa è cambiato rispetto al passato, mettendoli a confronto. Ho avuto ansia nei momenti in cui la parte della storia finisce in un cliffhanger che mi invoglia a leggere il prossimo capitolo, così che continuo sempre a leggere. Vorrei rappresentare questo libro come una foto ingiallita, nascosta in un vecchio cassetto che non apri da mesi, che ti riporta ai momenti vissuti con gli amici o con le persone a te care, ai luoghi in cui passavi molto tempo, alle esperienze che ti hanno cambiato.

 

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