Adotta uno scrittore, Adotta uno scrittore 2025, Autori e autrici 2025, Laboratorio

Un giorno ti dirò tutto


Classe 1A Commerciale

IIS Paolo Boselli - Torino

All’inizio dell’anno scolastico, la nostra professoressa di Lettere, ci ha comunicato che avrebbe richiesto la candidatura della nostra classe ad un progetto del Salone del libro. Ci spiegò che il progetto si intitolava “Adotta uno scrittore” e che lei ne aveva già fatto un altro di progetto, simile, e che la sua classe era rimasta molto contenta.

Non eravamo sicuri del fatto che ci avrebbero presi, anche perché, in generale, non siamo molto amanti della lettura, ma con stupore, un mese più tardi, abbiamo ricevuto la risposta favorevole alla nostra candidatura, da parte del Salone del libro.

Abbiamo atteso un pò di tempo prima di sapere quale fosse l’autore/autrice che ci era stato assegnato e quando abbiamo finalmente scoperto il nome, insieme alla nostra professoressa, ci siamo molto incuriositi e abbiamo cercato delle notizie in rete sulla scrittrice Laura Buffoni.

Così abbiamo iniziato a conoscere Laura, un pò da lontano, e in questo modo abbiamo capito, attraverso un’intervista a Vanity Fair, che la nostra scrittrice era poliedrica, versatile, eclettica, non si occupava solo di libri, anzi, quello era il suo primo libro, ma si occupava anche e soprattutto di cinema. Questa cosa ci ha stupiti molto, perché noi pensavamo che uno scrittore facesse quel lavoro di mestiere e scrivesse solo libri…

Il libro era un chiaro esempio di autofiction, a metà strada tra autobiografia e romanzo.

Successivamente, quando ci sono arrivati i libri, abbiamo iniziato a leggerlo insieme, in classe e la nostra professoressa spesso ci spiegava alcune cose che noi non capivamo bene, non essendo noi cresciuti negli anni ’80/’90. La scrittrice e la nostra prof. infatti hanno la stessa età e sono cresciute, sebbene in città diverse, negli stessi anni. Per fare alcuni esempi, noi non sapevamo cosa fosse laSmemoranda, oppure le cassette di musica.

Il libro ci è sembrato fin dall’inizio molto coinvolgente, molto sincero, genuino, scritto in modo semplice, con un linguaggio che arriva dritto al cuore e che riuscivamo a capire tutti.

Attendevamo con ansia i nostri incontri con Laura, che ormai chiamavamo solo per nome, come un’amica, avevamo un sacco di domande da porle.

Finalmente è arrivato il 5 marzo, giorno del nostro primo incontro; eravamo molto emozionati.

Quando è entrata in classe, allegra e sorridente , ci siamo presentati e lei stessa si è presentata a noi, mostrando sin da subito una grande solarità e simpatia.

Durante questo incontro, ci ha raccontato la sua esperienza e ci ha raccontato di come è nato il libro. Abbiamo condiviso le tematiche del suo racconto, vicine al mondo degli adolescenti, come il bullismo, la difficoltà di accettazione del diverso, la paura del fallimento, la durezza della periferia.

Abbiamo fatto molte domande, alcune le avevamo preparate in precedenza, altre ci sono sorte spontanee in quel momento e abbiamo condiviso con lei alcune nostre esperienze riguardo a questi temi.

Il giorno successivo abbiamo fatto il secondo incontro, durante il quale abbiamo fatto un excursus sul romanzo che parte dall’esperienza autobiografica e che usa il racconto in prima persona, facendo un percorso tra scrittori italiani e stranieri che hanno scelto di raccontare la propria vita nei libri, usando un genere specifico che è quello dell’autofiction, da Emmanuel Carrère a Emanuele Trevi, passando per Annie Ernaux, da Paolo Giordano a Antonella Lattanzi, Veronica Raimo e altri ancora. Abbiamo letto insieme estratti di libri e confrontato le storie, gli stili ed anche le invenzioni che si nascondono dietro il racconto di sé in letteratura.

L’ultimo incontro è avvenuto il 16 aprile e ci era stato chiesto dall’autrice e dalla nostra professoressa di portare alcune idee e brevi storie autobiografiche da condividere in classe, per far dialogare e provare a capire come le nostre vite, aspirazione e sogni potessero diventare materia per un racconto. Abbiamo scoperto che anche se siamo tutti diversi, veniamo da famiglie e luoghi a volte lontani, le nostre storie hanno molti punti in comune così come nei nostri sogni.

È stato molto emozionante conoscere questa scrittrice e poter parlare con lei di tutte le cose che vi abbiamo raccontato.

Chissà se un giorno qualcuno di noi, anche pensando a questa esperienza, penserà a scrivere un libro…

Ora attendiamo di concludere questo progetto con l’ultimo appuntamento al salone del libro il 19 maggio, così da poter condividere la nostra esperienza con quelle degli altri studenti.

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