Il corpo 2025, Laboratorio, Un libro tante scuole

Quando l’infanzia svanisce


Flavio Cigolini, Serena Perricone, Riccardo Pirotto, Emma Righi, Sveva Sartori, Matilde Scalmani

Liceo Melchiorre Gioia - Piacenza

Nome Scuola

Liceo Melchiorre Gioia

Città Scuola

Piacenza

“Il corpo” di Stephen King non è solo una storia di avventura, ma un racconto di crescita e amicizia. 

Il libro narra di quattro ragazzi di tredici anni che, alla fine dell’estate dell’anno 1960, decisero di allontanarsi da casa per qualche giorno, di nascosto dai genitori, per andare alla ricerca del cadavere di un loro coetaneo.

Il viaggio, che rappresenta «il corridoio magico in cui avviene il cambiamento», come dice l’autore stesso, è un’occasione per i ragazzi per confrontarsi con le loro paure e i loro sogni ma soprattutto con le loro difficoltà. 

La caratterizzazione dei protagonisti costituisce una parte fondamentale del racconto poiché è molto approfondita. Ognuno di loro, seppur presentando situazioni e storie familiari difficili e diverse, è accomunato agli altri per il bisogno personale di trovare conforto nelle altre persone, ciò che non hanno trovato all’interno delle loro famiglie.

Gordie Lachance è un ragazzo sensibile, introspettivo e trascurato dai genitori.

Vern Tessio è il personaggio meno caratterizzato, molto superficiale, è sempre il più timoroso, che scappa e si tira indietro.

Teddy Duchamp è un ragazzino che vuole sfidare il pericolo e la morte e che agisce sempre con lo scopo di rendere orgoglioso suo padre, dimostrandogli di essere coraggioso tanto quanto lui.

Chris Chambers è il personaggio meglio caratterizzato, molto responsabile e maturo, dotato di intelligenza, tenacia, grande umanità, generosità e capacità di consolazione, che riuscirà a cambiare il suo destino.

King ,attraverso la sua storia, dimostra come le amicizie dell’infanzia nel corso della vita vadano perdute, ma rimangono sempre dentro di noi come dei ricordi indelebili perché hanno contribuito alla nostra formazione verso l’età adulta, rappresentando un rifugio dalle difficoltà della crescita. 

I temi principali che il libro tratta sono la perdita dell’innocenza, il bullismo, la morte e la nostalgia dell’infanzia che si percepisce quando si guarda indietro nel proprio passato con la consapevolezza che persone, situazioni e sensazioni non saranno mai più le stesse. 

“L’ultima estate” dell’autore del 1960 è molto nitida nei suoi ricordi, tanto che ciò che narra è descritto nei minimi dettagli, come se fossero episodi successi il giorno prima.

Come racconta anche King, difficilmente le persone riescono a creare legami di amicizie come quelli che si avevano a tredici anni perché questa è l’età in cui si scopre il mondo, si diventa più autonomi e si iniziano a fare esperienze lontano da casa, scoprendo il significato della vita, ma anche della morte. 

L’amicizia dei quattro protagonisti è raccontata in modo molto credibile e universale, tanto che crediamo che ogni lettore si sia un po’ ritrovato nel carattere di almeno uno dei personaggi.

Il libro ha elementi diversi dagli altri romanzi di Stephen King caratterizzati dalle tipiche trame horror e personaggi soprannaturali: l’autore, infatti, racconta di quella paura che può avere a che fare con ognuno di noi durante la vita e fa riflettere sul fatto che per parlare della paura non sono necessari i fantasmi o i mostri, perché basterebbe solamente l’uomo e tutte le sue esperienze. Questo è un romanzo che si distingue per il carattere malinconico e intimo che mette in secondo piano gli aspetti horror, caratteristici dell’autore. 

Quello che ci ha colpito di più è che più la storia va avanti più si capisce che il viaggio non è un semplice gioco, ma che c’è molto altro.

Infatti, non è solo una gita per vedere qualcosa di macabro, ma un percorso di cambiamento che segna la fine dell’infanzia. Quello che vivono in quei giorni li cambierà per sempre, e questo ci ha fatto pensare a come tutti noi, crescendo, perdiamo sempre di più l’innocenza che ci caratterizza da bambini.

Un altro aspetto che ci è piaciuto è l’ambientazione: anche se l’America degli anni ‘60 è un’epoca lontana da noi, è raccontata con tutti i suoi dettagli: la musica, i film e le relazioni tra gli adolescenti. 

Infine, riteniamo sia un libro molto coinvolgente, delicato ma anche spaventoso. Seppur in alcuni tratti sia lento, in altri ha catturato completamente la nostra attenzione, proprio perché racconta la normalità, senza tendere a idealizzare l’infanzia e l’adolescenza. Descrive la vita dei quattro personaggi così per come sono realmente, con difetti fisici e condizioni familiari particolari proprio per non trasmettere un’idea di infanzia magica e perfetta nella quale regna l’innocenza. 

Non ci capita molto spesso di sentirci parte della storia, ma questo libro ci è riuscito, portandoci ad avere paura e terrore con i personaggi nei momenti più difficili e pericolosi, ma anche a gioire ed essere felice per le loro soddisfazioni.

“Il corpo” di Stephen King ci spiega come la crescita rappresenti una grande complessità poiché da una parte bisogna varcare il confine, in quanto non sappiamo quale sia il nostro posto nel mondo e abbiamo il bisogno di cercarlo per poter reinventarci in base ai nostri desideri, dall’altra, però, non vanno dimenticate le nostre origini, la nostra famiglia e i luoghi in cui siamo nati e cresciuti, perché reinventarsi non significa per forza abbandonare. 

In conclusione, consigliamo di leggere il romanzo a tutti i ragazzi perché “Il corpo” non è un libro noioso o difficile, anzi, scorre veloce e lascia qualcosa dentro. È una di quelle storie che fanno venire voglia di guardarti indietro e ricordare i momenti più belli della tua infanzia, quelli che mentre li si viveva non sembravano così importanti, ma che poi si scopre che lo erano davvero.

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