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Adotta un Vergari


Federico Vergari

Istituto Comprensivo Sommariva Perno - Corneliano d'Alba

A fine febbraio ho partecipato ad “Adotta uno scrittore”. Si è trattato di un’adozione residenziale e così mi sono ritrovato a passare tre giorni con le prime medie (sezioni A e B) di Corneliano d’Alba, un piccolo paese di circa duemila abitanti nel cuore del Roero e a pochi chilometri da Alba.
Mi trovo lì perché il mio ultimo libro si intitola Atlante illustrato degli sport inusuali e il consiglio di istituto della scuola, su suggerimento del Salone del libro, ha voluto adottare il libro con annesso autore. E cioè il sottoscritto.


Quando arrivo fa ancora molto freddo, me ne accorgo perché il B&B che mi ospita anticipa l’apertura stagionale solo per me e perché per 24 ore non spegne mai riscaldamenti (grazie!). Il paese conserva ancora i segni del passaggio del Tour de France dello scorso luglio e per me che sono arrivato lì a parlare con i ragazzi e le ragazze di sport è un segnale non di poco conto.


E infatti abbiamo parlato di sport (e tanto), ma come spesso accade lo sport alla fine è stato solo una scusa per raccontare e raccontarci storie. Siamo andati in America con Cristoforo Colombo immaginando cosa deve aver pensato a essere stato il primo occidentale a vedere un pallone fatto con la gomma, abbiamo viaggiato sulle scope volanti di Harry Potter e studiato da vicino gli Scacchi Boxe. Abbiamo inventato decine di sport strani creando regole tutte nostre, disegnando le maglie e in alcuni casi pure i campi da gioco. Con un calzino e due pagine di giornale abbiamo costruito una palla da indiaca, un antico sport sudamericano da cui potrebbero essere nati (almeno concettualmente) la pallavolo e il badminton.


Alcuni sport inusuali li abbiamo anche praticati, grazie all’aiuto di un professore di educazione fisica. E poi abbiamo letto i giornali sportivi cercando di comprendere il processo giornalistico che trasforma un evento accaduto la sera prima (nello specifico si trattava di Juventus – Empoli, match di Coppa Italia) in articoli, titoli, interviste e commenti.


Durante la lettura dei giornali una ragazza di nome Aurora ha alzato la mano e mi ha chiesto perché in un giornale di quasi 60 pagine ci fossero così poche notizie sugli sport femminili (per dovere di cronaca: 6 notizie in tutto). Le ho raccontato allora la storia di Alessia Mesiano, la prima italiana a vincere un mondiale di boxe e soprattutto le ho raccontato che fino al 2001 in Italia alle donne era vietato fare boxe a livello agonistico. E poi ho aggiunto la storia della calciatrice Elisa Bartoli, così forte che da ragazzina tutti la volevano in squadra, ma così innamorata del calcio da insospettire le mamme delle sue amichette.


Aurora ha sollevato un tema ed è nato un dibattito acceso. Li ho lasciati discutere. Sono curioso – quando li incontrerò di nuovo a Torino – di sapere come è andato avanti quel dialogo.Neri momenti fuori dalla scuola ho partecipato a un evento con il consiglio comunale dei giovani e alcuni genitori e poi a una cena di classe e a una gita nelle terre del Roero, salendo in cima alla torre simbolo della città: un luogo da cui si osserva tutto e si sogna tanto.
Prima di andare via una studentessa mi ha lasciato un braccialetto verde fatto apposta per me. Lo indosserò il 19 maggio a Torino. Sarà un gesto simbolico per calarmi di nuovo in quelle atmosfere. 

Dopo tre giorni, una decina di ore in classe e diversi appuntamenti sul territorio sono tornato a casa con un insegnamento arrivato da 44 ragazze e ragazzi e dei docenti illuminati: scrivere ha a che fare col ricevere e mai col dare. A volte mi lamento di quanto sia faticoso il mio lavoro, la verità è che sono un privilegiato. 

 

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