Cronache, Internazionale Ferrara 2024

Conflitti americani


Jole Festini Purlan, Margherita Gualandi

Liceo Classico Vittorio Alfieri, Liceo Ariosto - Torino, Ferrara

L’attuale situazione politica degli Stati Uniti d’America è ormai sulla bocca di tutti. Ognuno ha una propria opinione al riguardo, ma il grande pubblico è spesso poco informato sulla situazione nel suo complesso. È così che il giornalista Marco d’Eramo e il docente universitario Mattia Diletti, autori rispettivamente de I terroni dell’impero (Marietti Editore, 2024) e  Divisi (Treccani, 2024), hanno aperto l’incontro Conflitti americani del 5 ottobre 2024 al Festival Internazionale di Ferrara. I relatori hanno analizzato lo sviluppo della corsa elettorale americana ponendo l’attenzione sulla marcata divisione degli elettori, fenomeno definito come “polarizzazione”. Si tratta di una tendenza che ha radici profonde, dovuta al sistema elettorale stesso, intoccabile in quanto sancito dalla costituzione statunitense. Nella popolazione questa staticità si rispecchia nella struttura mentale, che si mantiene uguale nel tempo, nonostante gli Stati Uniti d’America si trasformino ad un ritmo assai frenetico.  

Al fenomeno della polarizzazione contribuisce anche l’atteggiamento di delegittimazione che i due partiti, democratico e repubblicano, assumono l’uno nei confronti dell’altro. “Le elezioni sono come una partita di poker: sei sempre convinto che l’avversario stia barando”, afferma Diletti. Il conflitto diventa così un elemento di identità dell’individuo americano, dal momento che ogni persona è visceralmente legata alla propria parte tanto da arrivare ad odiare il prossimo unicamente per questioni politiche. Questo atteggiamento, come si è visto nell’attacco al Congresso del 2021, può sfociare in attacchi violenti. 

Alla fine dell’incontro abbiamo chiesto a Mattia Diletti come potrebbe cambiare il panorama globale a seconda dell’esito delle elezioni americane; il docente ha risposto che in realtà l’obiettivo degli USA è di riaffermarsi come prima potenza mondiale, quindi tranne che in pochi casi, come in Europa e in Medio Oriente, i conflitti rimarrebbero tali. 

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