Alle ore 17:00 della prima giornata del Festival di Internazionale di Ferrara, 29 Settembre 2023, Piero Zardo, giornalista di Internazionale, spiega, nell’ atmosfera informale, ma composta, di Palazzo Naselli Crispi, in cosa consiste il suo particolare lavoro.
Comincia presentando al pubblico una breve cronistoria dello spettatore cinematografico in onore del Trentennale del Festival, in particolare soffermandosi sul cambiamento delle tipologie di film proposte al cinema dal 1993 al 2023: con il trascorrere degli anni si passa da film di un certo spessore, e che trattano i temi più disparati, a sequel di film di anni passati che riportano ai soliti contenuti.
Al giorno d’oggi, a causa del progresso tecnologico e del passaggio alla logica digitale, le fonti da cui poter guardare film o programmi televisivi sono moltiplicate. Ci si è arresi all’idea dei cinema come attrazioni di un parco di divertimenti dove stupire con effetti speciali e fuochi d’artificio. Ora sono le piattaforme streaming il genere di intrattenimento privilegiato, che per tanto tempo era caratteristico della settima arte. Questo fenomeno non concede più al pubblico la possibilità di scegliere consapevolmente film di buona qualità.
Zardo porta l’esempio dell’indignazione di Richard Brody, che, dopo aver visto tre dei migliori film del 2023, si è reso conto che nessuno ne ha parlato e che sono stati visti in sala da pochissimi.
Grazie alla forte emozione trasmessa da Brody, Zardi delinea la funzione del suo lavoro, visto come missione: aiutare il pubblico a coltivare il proprio gusto di spettatori, a far fronte alla crisi del cinema.
Ma come “le uscite al cinema” possono tornare ad essere attività quotidiane?
Si può arrivare a ciò grazie al lavoro di giornalisti e critici del cinema che ripropongono film non apprezzati in sala ma ritenuti da loro di livello, in modo tale da far reinserire nelle sale film più particolari e meno associati a sequel o a case editrici commerciali.
In questo modo Zardi conclude dicendo che l’obiettivo è quello di far sovrastare l’opinione dei critici del cinema sul marketing dei film commerciali ed egli, tramite il suo lavoro e la sua newsletter Schermi, cerca di contribuirvi.