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“Sostiene Pereira” è il romanzo di maggior successo di Antonio Tabucchi, ambientato a Lisbona nel 1938, sotto la dittatura di Salazar che ha attuato la censura della stampa, limitato le libertà e i diritti di tutti i cittadini.
Il protagonista è Pereira, un ex giornalista di cronaca nera a cui è affidata la pagina culturale del giornale il “Lisboa”.
Nel corso della vicenda si ha una formazione del personaggio di Pereira, grazie all’incontro con il giovane Monteiro Rossi e la fidanzata Marta, attivisti rivoluzionari con idee socialiste. Il giornalista intraprende perciò un viaggio introspettivo, un percorso alla scoperta del suo nuovo io.
Con questo lento risveglio, Pereira modifica il suo pensiero, non solo riguardo la concezione di sé stesso come persona e del suo ruolo nella società, ma anche sulla letteratura. Questa non deve essere un rifugio dalla realtà, ma uno strumento per comprendere il mondo e, se necessario, modificarlo.
Alla fine del romanzo, la morte di Monteiro Rossi convince ancora di più il giornalista della realtà violenta del Portogallo, delle brutalità e ingiustizie attuate dal regime e decide di denunciare questo tragico delitto politico, aggirando la censura e pubblicando un articolo. Pereira è quindi un eroe, il quale è uscito dal cono d’ombra dell’indecisione e ha fatto ciò che non aveva mai avuto il coraggio di fare.
Questo romanzo ci ha permesso di riflettere sulle nostre responsabilità di cittadini per difendere la libertà di parola, conquistata grazie all’impegno della Resistenza partigiana e sancita dall’art. 21 della Costituzione: lo ricordiamo e celebriamo ogni anno il 25 aprile, giornata in cui si festeggia la Liberazione dell’Italia dal governo fascista.
Come ha osservato Dacia Maraini, la libertà è parte integrante dell’essere umano, un istinto, ed è un nostro dovere, anche nel nostro piccolo, risvegliare questo istinto.