Cronache, Internazionale a Ferrara tutto l'anno 2021

Paura e vaccini: due lati della stessa medaglia


Maria Nocent, Giulia Zanetti


Nonostante sia stato pubblicato nel 2014, il libro Immunità. Vaccini, virus e altre paure” di Eula Biss tratta temi mai sentiti come ora. L’autrice, nell’incontro di Internazionale del 15 maggio, senza usare dati o statistiche, privilegiando invece metafore per favorire la comprensione da parte di un pubblico vasto e non specializzato, riflette su come ottenere l’immunità. La soluzione sembra essere solo il vaccino. Utilizzato per la prima volta a metà del 1800 in Inghilterra contro il vaiolo, già da subito inietta nella popolazione anche paure. Un possibile avvelenamento, una crescita spontanea di corna… sono tutte ipotesi dell’epoca sugli effetti collaterali. 

Le paure, benché diverse, sono sempre più visibili anche nella quotidianità, in quanto coloro che scelgono di non vaccinarsi contro il Covid_19 sono sempre di più. Il rimando va subito al padre medico dell’autrice che nel libro afferma: “la vaccinazione funziona quando il maggiore protegge il minore”. La parte più piccola può essere composta principalmente dai soggetti che non rispondono all’immunità per motivi medici. Arrogarsi del diritto di essere protetti da altri significa aumentare questa minoranza. Molti ricchi, in particolare americani, sono molto timorosi e decidono di stare sulle spalle altrui, anche in questa occasione. 

Ma non è solo questo aspetto a colpire rispetto ai comportamenti adottati dalla popolazione in vista dell’arrivo del farmaco. Infatti sono in molti che scelgono di proteggersi per fini puramente individuali, senza invece pensare alla comunità.

L’egoismo delle scelte si è reso molto visibile soprattutto in Paesi ricchi come gli USA, da cui proviene la scrittrice stessa, dove le persone più abbienti hanno spesso fatto pressioni per ottenere la loro dose prima di coloro che erano più a rischio. Sempre negli Stati Uniti sono state riportate delle statistiche in cui si analizzavano la frequenza dei bambini non vaccinati e si è notato come coloro che non avevano avuto ricevuto i trattamenti erano spesso originari di due diversi ceti: o erano figli di persone ricche, solitamente bianche, che sceglievano di non vaccinare i bimbi, o provenivano da famiglie povere, spesso immigrati, che non avevano una copertura sanitaria. Tuttavia gli effetti di questa mancanza di trattamenti sono stati la diffusione di diverse malattie, tra cui anche la pertosse, a coloro che non si possono permettere delle cure, portando alla morte di diversi infanti e non solo.

Le angosce sono umane e si manifestano in modi diversi. Ad avere paura degli effetti collaterali non sono solo europei e americani ma anche i Stati con governi instabili in cui i timori crescono esponenzialmente specialmente perché il popolo non ha fiducia nei politici e quindi nemmeno nei servizi che essi offrono.

Sono in molti invece coloro che vorrebbero avere accesso al vaccino, ma che non ne hanno la possibilità: basti pensare a coloro che vivono in India ad esempio. I Paesi ricchi e sviluppati, in cui vengono prodotti i farmaci, pensano in primo luogo ai loro personali interessi, garantendo delle dosi anche a coloro che non sono a rischio di sviluppare la forma più grave, senza considerare la moltitudine che in altri stati continua ad essere non protetta. 

Quando si parla di vaccino, si parla di collettività, oltre le barriere tra stati, e la strategia miope adottata non può durare ancora a lungo. 

Maria Nocent e Giulia Zanetti, liceo M. Grigoletti, Pordenone

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