Cronache, Internazionale Ferrara 2022

Il leone e l’usignolo. Un viaggio attraverso la Turchia moderna


Chiara Zambonelli, Laura Campus Zhukava


Come raccontare la situazione politica di uno stato attraverso le storie di vita dei cittadini? La risposta alla domanda si ritrova nel libro Il leone e l’usignolo (Hopefulmonster, 2022) di Kaya Genç, presentato all’incontro durante il terzo giorno di Internazionale presso il Ridotto del Teatro Comunale.

Kaya Genç è uno scrittore e giornalista turco, che ha sentito l’esigenza di scrivere un libro sul regime di Erdogan. Il suo sguardo è distante dal suo luogo di origine, e questa distanza lo fa sentire in colpa: lui resta libero e al sicuro, mentre i suoi amici vengono incarcerati. 

Genç assolve il suo “obbligo di scrittore” raccontando la storia di 12 persone con professioni e personalità a volte molto differenti. Nella complessità delle loro vite si rispecchia quella del paese con i loro drammi familiari, preoccupazioni e sentimenti. Da un lato abbiamo il leone che rappresenta il potere, dall’altro l’usignolo rimanda agli artisti, agli scrittori e a tutti tipi di artisti che non possono più esprimersi. L’autore cerca di analizzare questo rapporto difficile che “può determinare il presente e il futuro di un paese”. Leggendo il libro poco a poco si inizia a comprendere il dolore dell’usignolo; Genç infatti vuole far luce sui sistemi oppressivi e sul loro impatto nelle vite dei cittadini. 

Kaya Genç si definisce una persona abbastanza serena e molto riservata, ma durante la stesura del libro, ha iniziato a perdere l’oggettività a causa della rabbia che ha sviluppato ripensando alla questione del regime.

Lo scrittore denuncia l’uso eccessivo di una retorica che dipinge Erdogan come un salvatore. La concentrazione sulla vita e sulla carriera politica di un personaggio porta a dimenticare i particolari della vita personale. Erdogan diventa così “il mito turco”, un’importante figura non solo storica e politica, ma che entra anche nella vita quotidiana dei cittadini, bombardandoli costantemente con la propaganda. Farsi trascinare dalle qualità positive  o negative delle figure politiche spesso rende difficile capire la situazione reale. 

“Forse questa è ragione per cui esistono i regimi”, dice Kaya Genç.

 

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