16 luglio 1990: Liliana Rivera Garza viene uccisa dall’ex fidanzato, diventando una delle innumerevoli vittime di femminicidio, termine che al tempo non esisteva ancora.
19 aprile 2023: Cristina Rivera Garza pubblica L’incredibile estate di Liliana (SUR). Così la scrittrice riesce, per la prima volta, a tradurre in parole il dolore per la perdita della sorella.
Oggi, 5 ottobre 2025, l’autrice ha dialogato con Annalisa Camilli riguardo all’importanza che ha avuto il linguaggio come strumento di responsabilità e consapevolezza, durante la ricostruzione della vita di Liliana, tanto personale e dolorosa quanto universale e condivisa. Non scrive solo della sua morte, ma mette in primo piano tutta la sua esistenza: la sua energia, la sua passione, il suo amore per la musica e per la comunità che frequentava.
Rivera Garza ha riflettuto sull’invisibilità della violenza, spesso soffocata con forza, nel caso della sorella, dalla persona per cui ha nutrito amore. Amore che col tempo si era trasformato in controllo e ossessione.
La narrativa patriarcale ci conferma che il femminicidio non è solo il raptus di un uomo arrabbiato, ma un crescendo di violenza: si inizia con aggressività verbale e atteggiamenti controllanti; si passa poi ad attacchi fisici e comportamenti limitanti, per sfociare infine nell’omicidio.
Chiamare le cose con il proprio nome ha un’efficacia fondamentale, perchè la lingua ci permette di identificare il pericolo e di poterci proteggere da esso. Cristina Rivera Garza, in quanto scrittrice, riconosce l’importanza delle parole, attraverso le quali, entrando in rapporto con la sua comunità, è riuscita a mettere per iscritto la vita della sorella. Infatti, il libro è stato scritto sia grazie ai diari di Liliana che alle testimonianze degli amici e dei conoscenti, che hanno contribuito, con le loro testimonianze, a ricostruire la sua vita in tutta la sua pienezza. Oggi il linguaggio è cambiato: non parliamo più di “complimenti per strada”, ma di catcalling; non di storie d’amore in ufficio, ma di molestie sul lavoro. Eppure i femminicidi restano una piaga sociale più dolorosa che mai. Ne è prova la morte di Giulia Cecchetin, avvenuta l’11 novembre 2023, che tanto ricorda quella di Liliana: entrambe giovani donne brillanti, socievoli, amate, uccise da chi diceva di amarle. Le loro storie continuano a parlare, ammonendo e invitando tutti noi a non distogliere lo sguardo.
Ascoltare Cristina Rivera Garza significa imparare ad affrontare il lutto, a trasformarlo in memoria e consapevolezza. Lei ci ricorda di non avere paura di ricordare, di parlare, di chiamare la violenza con il suo nome e di continuare a scrivere, senza paura.