Cronache, Internazionale a Ferrara 2025

Un URLO Internazionale


Maria Vittoria Amadei, Lorenzo Morelli, Matilde Padovani, Francesco Ragazzi

Liceo Classico L. Ariosto - Ferrara

Internazionale a Ferrara 2025 si apre in protesta. La Global Sumud Flotilla viene fermata e l’Italia si blocca insieme a lei, Ferrara compresa.

Venerdì 3 ottobre, giorno d’apertura del Festival, in numerosissimi si sono riversati per le strade per esprimere la propria indignazione, nata anche dal fatto che “nell’ultimo anno, l’aspettativa di vita a Gaza si è ridotta di trentacinque anni”, uno dei molti spaventosi dati urlati alla protesta.

Sindacati, studenti e lavoratori sono scesi in piazza per offrire solidarietà alla causa, per alzare la voce e divulgare la richiesta d’aiuto della gente palestinese. Internazionale condivide pienamente lo spirito d’iniziativa che mobilita i manifestanti, perché le informazioni non vengano mai censurate e le notizie non siano contaminate da una propaganda di odio e negazionismo.

I presenti hanno ribadito che è necessario essere cittadini consapevoli e mettere al corrente chi ci circonda, pur riconoscendo quanto “scioperare non sia una scelta presa a cuor leggero”, perché i lavoratori che aderiscono allo sciopero si ritrovano con una busta paga ridotta.

Alcuni, sul posto di lavoro, hanno dichiarato di supportare le azioni del corteo; altri, invece, hanno criticato le modalità, non sempre pacifiche, con cui si svolgono le proteste. 

Francesca Albanese, intervistata dai ragazzi del Bookblog di Internazionale, ha accusato la scena politica italiana di non aver valorizzato, bensì limitato, l’accesso alla cultura e a un’informazione completa ai cittadini e, soprattutto, ai giovani. Lo sdegno dei manifestanti, infatti, non solo si rivolge contro i crimini umanitari e internazionali di Israele, ma anche contro il vergognoso silenzio su queste vicende all’interno delle istituzioni parlamentari. 

La parola può influenzare le masse e va usata con coscienza. Come sostenuto dall’autrice palestinese Ibtisam Azem in una sua intervista, non bisogna permettere che la parola guerra si rimpicciolisca, che perda valore e che sia percepita come normalità. Ha ripreso il tema della leggerezza del Salone del Libro 2025 dicendo: “Le parole tra noi leggere devono cadere pesanti”.

Bisogna farsi sentire – hanno sostenuto i manifestanti – perché “parlare di genocidio fa ancora paura”. 

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