La prima volta che arriviamo allo stand “Il ponte sulla dora” Rocco Pinto, fondatore di Portici di Carta, è a pranzo e i suoi collaboratori ci dicono di sperare in un suo possibile ritorno. Un quarto d’ora dopo passando “casualmente” di nuovo davanti allo stand eccolo lì tra i suoi libri.
Con molta disponibilità ci prende da parte e inizia a raccontarci come tutto ha avuto inizio: diciassette anni fa, Pinto lavorava presso la libreria Torre di Abele, sotto i portici in via Pietro Micca con un tavolo esterno. Dal continuo via vai di persone, molte si fermavano anche solo per uno sguardo ai libri esposti e un giorno Pinto immaginò i 12 chilometri di portici di Torino interamente ricoperti di banchetti di libri. Propose poi l’idea a Rolando Picchioni, all’epoca direttore del Salone del Libro, e voilà la più grande libreria a cielo aperto d’Europa.
L’idea di Portici di Carta, nata per scherzo dopo una chiacchierata tra colleghi, è diventata un’iniziativa rivoluzionaria che permette ai libri di andare incontro alle persone. Infatti, solitamente sono i lettori che devono varcare la soglia delle librerie; invece in questo modo tutti (lettori, non lettori, lettori deboli o occasionali) incontrano i libri non sugli scaffali ma lungo una passeggiata sotto i portici di Torino.
Il fatto di essere all’aperto non permette soltanto il confronto tra lettore e librario ma anche tra librai ed editori differenti (chi si occupa d’arte, chi di filosofia, chi di libri antiquari, chi di fumetti, chi di narrativa per ragazzi).Questo progetto si è consolidato ed è cresciuto negli anni grazie a tutti: editori, librai, bibliotecari, insegnanti, studenti; nessuno lavora per conto suo.
Stamattina Pinto ci comunica di aver iniziato con gli stati generali delle biblioteche scolastiche e un concerto con duecento allievi delle scuole di Torino e provincia, mescolando così musica e letteratura. Sempre parlando di giovani alla nostra domanda sul rapporto tra i ragazzi e la letteratura Pinto ci risponde: “Ė una generazione che legge più degli adulti, oggi in libreria vediamo più giovani di qualche anno fa, grazie anche al fenomeno di quelli che una volta si chiamavano young adult ma che oggi vengono definiti romance.” “La mia esperienza mi insegna che se i giovani vengono stimolati rispondono”.
Dopo avergli rubato anche una foto e un autografo al suo romanzo “un viaggio di carta” salutiamo con affetto Rocco Pinto e lo lasciamo al suo lavoro.