Cronache, Internazionale Ferrara 2023

Un milione di vite dopo ecco i risultati della guerra contro il terrorismo


Marta Crivellini, Irene Grilli, Giulia Malaguti

Liceo Ariosto - Ferrara

Tra le vene malinconiche che hanno caratterizzato la storia degli ultimi 30 anni, da quando Internazionale anima le vie di Ferrara, c’è quella del terrore che serpeggia tra i rapporti Inter-nazionali e che dalle forme carsiche della disinformazione scoppia veementemente nei tragici eventi di terrorismo. Su queste tematiche tristemente ancora molto attuali si esprime Sinan Antoon, scrittore iracheno naturalizzato statunitense, sabato 30 settembre nella sala 1 del cinema Apollo.

Tra le sue pubblicazioni più famose “L’archivio dei danni collaterali”, che sposta il focus con il quale si tende a osservare un conflitto dando voce agli oggetti che vengono distrutti dai bombardamenti.

Fulcro dell’incontro è stato il terrore portato dalle guerre contro il terrorismo. Questo apparente paradosso mette in luce come le grandi potenze occidentali abbiano strumentalizzato la portata degli eventi terroristici e della loro storia. Evidente è risultata quindi la contestualizzazione storica che vede negli avvenimenti dell’11 settembre il “ground zero”, il big bang, l’evento da cui la maggior parte delle azioni terroristiche prendono le mosse. Tuttavia, il relatore ha specificato che in realtà la jihad affonda le sue radici in epoche più remote; solo con gli eventi dirompenti del settembre 2001 l’Occidente ha aperto gli occhi di fronte a queste atrocità.

Purtroppo però il terrorismo assume importanza differente in base a dove la sua forza si manifesta. “Non tutte le vite sono uguali”: gli attacchi sembrano colpire con minore violenza là dove l’occhio occidentale non si sforza di vedere; eppure la portata di questi eventi ritenuti meno gravi sono comunque da considerarsi come aggressioni contro la civiltà e il patrimonio culturale.

Gli Stati Uniti si sono da sempre posti come fermi oppositori di qualsiasi forma di terrorismo, ma le vittime dei loro silenti tentativi di repressione ammontano a diverse centinaia di migliaia. Anche chi si professa portatore di pace in fin dei conti si rivela anch’esso artefice di efferatezze.

 

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