La crisi energetica segnerà il ritorno ai combustibili fossili? È questa la domanda che funge da filo conduttore dell’incontro La potenza verde tenutosi domenica 2 ottobre 2022, al Teatro Comunale in occasione del Festival Internazionale di Ferrara. Ha condotto l’incontro Gian Paolo Accardo, giornalista italo-olandese e direttore del sito d’informazione europeo multilingue VoxEurop, accompagnato da Seden Anlar, giornalista e autrice che si occupa di clima, di giustizia sociale e di politica europea, Jérôme Créel, professore Associato di Economia presso ESCP Europe e Massimo Gaudina, a capo della rappresentanza a Milano della commissione europea.
A cominciare è stato Accardo che ha introdotto il tema del Green Deal: nato nel 2019, è il piano europeo più ambizioso con l’obiettivo di raggiungere, entro il 2050, l’impatto climatico zero. Al giorno d’oggi è ancora presto per sapere se avrà successo oppure no. Uno degli elementi contenuti nel Green Deal è la tassonomia, una parola tecnica, ma cruciale, che indica un sistema di classificazione delle fonti di energia secondo determinati criteri. Alcuni prodotti presentano sulla confezione un bollino verde che serve agli investitori privati per capire se l’iniziativa proposta sia sostenibile o meno. È prevista anche la tassonomia light che comprende alcune forme di gas meno inquinanti che fanno parte di una linea transitoria e che sono considerate forme utili per raggiungere la decarbonizzazione.
La guerra in Ucraina è stata e continua ad essere molto problematica per l’Unione Europea anche da questo punto di vista. Si è constatato infatti che l’Europa continua a dipendere dall’energia russa, motivo per cui l’Ue ha suggerito il piano repower you, una proposta definitiva che incentiva l’indipendenza dai combustibili fossili russi. In riferimento al Green Deal, si è parlato di due eventi, la guerra e la pandemia, che potrebbero sia fornire un’accelerazione, sia comportare un rallentamento al piano stesso.
È causa di un’ulteriore divisione l’idea di inserire tra le etichette verdi il gas e il nucleare. Paesi come Germania e Austria non sono favorevoli, a differenza della Francia invece, che sostiene questo progetto poiché ne ricaverebbe energia. È stato spiegato anche il ruolo del Just Transition Mechanism, vale a dire un pacchetto da cento miliardi ideato per tutte quelle regioni dell’Unione Europea che si trovano in difficoltà con lo scopo di condurle verso un’economia a emissioni zero. Questo è possibile grazie alla transizione equa, uno strumento fondamentale per far sì che si passi a un’economia climaticamente neutra, in modo equilibrato, senza lasciare indietro o escludere nessun Paese. Non basta dunque, al giorno d’oggi, pensare a come migliorare la situazione climatica per far fronte alla crisi attualmente in corso, ma è fondamentale agire, e a farlo deve essere ogni cittadino del mondo nella propria vita quotidiana. Un piccolo gesto non può risolvere il problema, ma tanti piccoli gesti, insieme, sì.