Immagini di persone urlanti, che corrono fra macerie di quelle che un tempo erano case, uffici, scuole, luoghi di comunità. Video di bambini in lacrime, col mocio incrostato sotto al naso e guance rigate di sangue. Foto di madri dolenti che stringono al petto corpi inanimi di quelli che un tempo erano non solo pelle, ma risate e battiti di cuore. Articoli di scontri continui in territori a poche ore di volo da un mondo occidentale sempre più in crisi, non solo economica, ma anche di valori e consapevolezze. Telegiornali che mandano a ripetizione riprese di attacchi armati, di uomini con mitra o su carriarmati, vestiti in tuta mimetica e con sguardi tra lo sprezzante e il desolato.
Si è spettatori involontari, spesso, di una guerra che non è nostra, ma che dovrebbero esserlo, potrebbe esserlo. Si finisce, allora per combattere a botta di post sui diversi canali social con persone arrabbiate con i grandi della terra o per idee contrastanti, mentre si è comodamente seduti sul divano col telefono in mano o dietro a una scrivania con un notebook sotto gli occhi. Siamo tutti in grado di dire la nostra, ma senza conoscere veramente a fondo gli argomenti della conversazione. Siamo già in una Terza Guerra Mondiale in questo mondo che ci dimentichiamo essere di tutti.
Noi ragazzi, poi, scrolliamo sugli schermi dei cellulari in preda al terrore immagini di quel che accade a gente della nostra età o più piccola, spesso temendo che possa accadere a noi, ai nostri fratelli, ai nostri amici. Ci domandiamo, quindi, se non siamo destinati a vivere sulla nostra pelle prima o poi quel che accade sui confini russo-ucraini o israelo-palestinesi. E ci chiediamo: che faremmo, cosa porteremmo con noi in una fuga, chi salveremmo… Difficile trovare delle risposte. La sola consolazione, alle volte, è sentire la docente di Storia ricordare che nella Costituzione Italiana si abiura la guerra. Altre, invece, ci rendiamo conto che la guerra la viviamo ugualmente, anche se non si è fisicamente lì assieme a vittime innocenti e misera gente.
Perché gli errori del passato non hanno insegnato nulla all’uomo?