Cronache, Internazionale a Ferrara 2025

Resistenza è cambiamento


Anna Robbiano, Licia Squerzanti

Liceo L. Ariosto - Ferrara

“Resistere è una gran fatica” disse il saggista Goffredo FofiA partire da queste parole, il moderatore Giovanni De Mauro ha dialogato con la scrittrice e regista canadese-americana Astra Taylor e la giornalista e scrittrice Luciana Castellina al Teatro Comunale di Ferrara al termine della terza giornata di Internazionale 2025. Le due relatrici hanno discusso su un duplice binario: da un lato la situazione politica degli Stati Uniti, dall’altro l’Italia dei primi anni post-fascismo.

Per Taylor, oggi è difficile comprendere chi o cosa siano i nostri nemici: il capitalismo, le complicazioni dell’uso dell’IA, coloro che la pensano diversamente da noi. Di fronte all’ascesa delle forze repubblicane, resistere significa non andarsene, né adattarsi. I democratici stanno agendo attraverso grandi e piccole associazioni; aqueste ultime Taylor si affida maggiormente. 

Castellina appoggia pienamente le riflessioni di Taylor, proseguendo nella trattazione: nella nostra società è difficile ribellarsi al nemico con una rivoluzione netta poiché non si riesce a identificare una sede fisica e concreta del potere. “Le decisioni che contano veramente vengono prese dal mercato e sul mercato senza coinvolgere le istituzioni democratiche” ha spiegato la giornalista. 

Castellina ha evidenziato come il concetto tradizionale di resistenza in Italia, nei giorni immediatamente successivi alla fine del fascismo, abbia suscitato perplessità. La giornalista ha raccontato scherzosamente delle partite di tennis che, da ragazzina, giocava insieme ad Anna Maria Mussolini, come prova del fatto che il pensiero antifascista non fosse conosciuto ovunque, anzi: molti credettero che gli Americani avessero invaso la Sicilia in accordo con i nazisti. Il movimento che ha liberato l’Italia, però, ha avuto un significato molto forte: la nostra resistenza, a differenza delle altre, non aveva l’obiettivo di restaurare uno stato precedente, ma di fondarne uno nuovo. Allo stesso modo il mondo non può evolversi in uno stato uguale a quello attuale e deve essere effettuato un cambiamento; Castellina afferma che “non bisogna resistere, né adattarsi, ma attaccare”. 

Per la scrittrice americana, la resistenza è trovare la propria forza in una comunità; bisogna agire sia all’interno che all’esterno di essa. Se non si raggiunge subito l’obiettivo prefissato, non ci si deve arrendere, ma bisogna ricordare che c’è sempre la possibilità di un cambiamento nel domani e che ogni sconfitta rappresenta un passo avanti. Ugualmente, Castellina conclude ribadendo che la resistenza non si ferma all’acronimo TINA, there is no alternative, ma ci sono  la necessità e l’urgenza di diffondere la consapevolezza che esiste sempre una possibilità di cambiamento. 

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