Domenica 5 Ottobre, durante una conferenza organizzata a Portici Di Carta a Torino, Matteo Nucci ci ha portato in un affascinante viaggio attraverso il pensiero di Platone, partendo dal famoso Mito della Caverna. In questo racconto, gli uomini sono incatenati in una caverna, rivolti verso le ombre proiettate sulle pareti, ignari della realtà che li circonda. Uno di loro viene liberato e scopre il mondo esterno, le cose, la natura e poi le verità più alte, fino a vedere il Sole, cioè il Bene.
Platone sostiene che il prigioniero liberato, ossia il filosofo, debba rientrare nella caverna per svelare agli altri la verità e convincerli ad affrontarla. Questo è un impegno politico che richiede di “sporcarsi le mani” per cambiare le cose in meglio, perchè come si fa a vivere in un mondo in cui la verità e la giustizia hanno perso? Platone cerca di rispondere a questa domanda all’interno della sua vita quotidiana, segnata da tre momenti cruciali: la sua formazione filosofica con Socrate, la morte del maestro e il suo tentativo di creare una società più giusta a Siracusa con Dione. Platone non cerca la verità solo all’interno della sua realtà, come spesso siamo portati a pensare leggendo i manuali di filosofia, ma lo fa anche viaggiando e scoprendo nuove realtà e nuove culture diverse dalla sua.
Tutti noi abbiamo il nostro “Platone” dentro, e possiamo fare qualcosa per avvicinarci il più possibile all’idea di giustizia. Ognuno può contribuire a cambiare le cose. Il messaggio di Platone è chiaro: dobbiamo essere disposti a tornare nella caverna e a sporcarci le mani per creare un mondo più giusto.