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Una cosa che ti ha colpito
Ciò che mi ha colpito maggiormente all’interno di tutta la vicenda è il tema della nostalgia: il sentimento continuo di rimpianto che Pereira prova, non tanto per ciò che ha vissuto, quanto per ciò che avrebbe potuto vivere. La nostalgia viene intesa con il termine portoghese “saudade”. Secondo la tradizione popolare, la forma arcaica della parola saudade, soidade, venne utilizzata per la prima volta nel XIII secolo per raccontare le sofferenze degli amanti distanti tra loro. Alcuni studi sostengono che la parola derivi dal latino solitate (solitudine) e altri fanno risalire la parola al termine arabo sawdā (che indica l’umore malinconico). In ogni caso, la saudade è una nostalgia al futuro, una mancanza di possibilità al futuro, qualcosa di realizzabile che però ci viene negato. È una parola che mi ha affascinata molto perché non si concentra sul rimpianto di un qualcosa che abbiamo vissuto ma piuttosto sul desiderio di poter tornare indietro per vivere qualcosa che un tempo avremmo voluto realizzare. Alla fine ciò che abbiamo vissuto possiamo sì, ricordarlo con malinconia, ma almeno quel ricordo esiste, non è un qualcosa che ha avuto luogo esclusivamente nella nostra mente, è un qualcosa che si è compiuto e si è vissuto almeno una volta nella vita. Ciò che invece è rimasto nella nostra immaginazione rimarrà sempre un “puntino”, un qualcosa di inconcluso, di irrealizzato che potrebbe perseguitarci per sempre.
Un’altra cosa che ti ha colpito
Un altro aspetto che mi ha colpito è il dualismo tra passato e futuro nella storia di Pereira. Riguardo questo argomento, personalmente ho individuato la morte della moglie di Pereira come il suo passato, e la morte di Monteiro Rossi come il suo futuro. Nel momento in cui viene a mancare la moglie, Pereira rimane attaccato ai ricordi, alle vecchie sensazioni, e rimane imprigionato in una sorta di monotonia (compie una serie di azioni identiche ogni giorno). Nel momento in cui conosce Monteiro, la sua personalità inizia a cambiare sempre di più, finalmente dà spazio ad un nuovo “io egemone” che prevale su tutti gli altri e sostituisce quello precedente. Dopo la morte del suo, ormai, “figlio adottivo”, Pereira trova la forza per opporsi alla dittatura di Salazar, ed è in questo momento che l’uomo, un tempo spaventato dall’idea di criticare il proprio Paese, riesce ad esprimere le proprie opinioni attraverso l’elogio funebre di Monteiro e a sentirsi, finalmente, vivo.
Una frase del libro da conservare
“La smetta di frequentare il passato, cerchi di frequentare il futuro”. Credo che questa frase sintetizzi perfettamente il senso del romanzo perché solo abbandonando il passato e agendo sul presente ci si può effettivamente proiettare al futuro e alle possibilità che ci riserva.
Sostiene Pereira è un romanzo di Antonio Tabucchi pubblicato nel 1994 che tratta del progressivo cambiamento del personaggio principale, Pereira, dipinto come un vecchio colpito dalla saudade, a cui manca la forza di volontà e di opporsi alle ingiustizie della dittatura di Salazar in Portogallo ma che, come in una sorta di romanzo di formazione “al contrario”, la recupera grazie all’incontro con un giovane e appassionato rivoluzionario, Monteiro Rossi, affascinante coprotagonista della storia.