Una cosa che ti ha colpito
Di questo libro mi ha colpito la grande umanità di Rieux e delle persone al suo fianco che si mettono in gioco costantemente per porre fine a quel lungo periodo di agonie e sofferenze”
Una frase del libro da conservare
“In verità, tutto per loro diventava presente; bisogna dirlo, la peste aveva tolto a tutti la facoltà dell’amore e anche dell’amicizia; l’amore, infatti, richiede un po’ di futuro, e per noi non c’erano più che attimi”.
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La peste racconta di una storia, racconta della nostra storia, di quello che abbiamo vissuto, di tutte le difficoltà e le sofferenze che abbiamo dovuto affrontare, delle emozioni e delle sensazioni che abbiamo provato in questo strano periodo, ormai diventato un capitolo indelebile nel grande libro della storia.
Le affinità presenti questo libro e la realtà che ci vede ora protagonisti sono davvero disarmanti e mi hanno lasciato senza parole, in quanto mi sembrava di rivivere quell’ inaspettato e interminabile lockdown, durante il quale siamo stati costretti a rimanere soli con noi stessi, alternando continuamente pensieri ed emozioni differenti, in continuo contrasto, durante il quale siamo stati privati di tutto e tutti.
Proprio per questo credo che La Peste sia perfetto per noi, può diventare uno specchio che riflette quello che ci è successo da un punto di vista esterno che ci permette di analizzare insieme a Camus la malattia e le sue conseguenze fisiche e morali , di scavare insieme al narratore all’interno della psicologia della città e delle singole persone, imparando dai nostri errori in modo da diventare più umani, pii consapevoli.
Dalla sopravvalutazione della malattia da parte dei cittadini e delle autorità in quanto, come di Camus, << Benché un flagello sia infatti un accadimento frequente, tutti stentiamo a credere ai flagelli quando ci piombano addosso, passando per la speranza che si tramuterà poi in una dolorosa rassegnazione, Camus ci guida in un lungo percorso tra le dinamiche umane, psicologiche e sociali, affidandoci alla cronaca di un uomo che incarna la ragione, la concretezza: il dottor Rieux.
Un libro molto particolare e unico nel suo genere, senza molta azione o avventure, privo di eroi, semplicemente composto da uomini afflitti e tormentati dalla separazione, in continua ricerca di una chiara distinzione tra il bene e il male, tra ciò che è vero e ciò che non lo è, ossessionati da numerose domande a cui non riescono dare risposta, che li tormentano costantemente, intrappolandoli, costretti , piani piano, ad abbandonarsi insoddisfatti a quella vita monotona che forse non era nemmeno più vita, ma un semplice respirare di corpi senza volontà di essere uomini.
Nonostante la lenta narrazione delle prime pagine che potrebbe annoiare il lettore, Camus riesce a scavare sempre più in profondità, rendendo questa storia davvero avvincente, un classico.
Grazie Camus .