Laboratorio, Un libro tante scuole

Il cammino di Pereira verso l’elaborazione del lutto


Tasnime Saidi e Giorgio Solano IV SB

Liceo classico e scientifico Alessandro Volta - Como

Nome Scuola

Liceo classico e scientifico Alessandro Volta

Città Scuola

Como

Una cosa che ti ha colpito

Il primo incontro del lettore con Pereira avviene alcuni anni dopo la morte della moglie, evento che lo ha turbato a tal punto da compromettere il suo quieto vivere e portarlo a conversare con una fotografia della defunta consorte. Questo modo di fare riflette perfettamente le emozioni sopracitate: Pereira non lascia andare la moglie, la insegue in un’illusione che lo tiene ancorato al passato, prigioniero di un sogno irraggiungibile. 

Fin dai primissimi capitoli del libro, Pereira racconta fatti e pensieri al “ritratto” dell’amata, la quale non ha mai smesso di far parte della sua vita e ne è addirittura protagonista. Inoltre, la morte della compagna ha avuto conseguenze negative anche sulla salute psicofisica dell’uomo, che da allora ha iniziato ad accumulare pinguedine e a dedicare sempre più tempo a pensieri sulla morte, manifestati costantemente durante tutto il romanzo. Il primo a fargli notare che questo suo coltivare memorie non gli fa bene è il suo amico Silva, il quale gli suggerisce di trovarsi una donna che gli facesse compagnia e gli rallegrasse la vita; ma Pereira riesce a divincolarsi e sviare la conversazione, evitando nuovamente l’accettazione del lutto. 

Ad avere più influenza sul suo animo è il dottor Cardoso della clinica talassoterapica di Parede, nella quale Pereira trascorre qualche giorno: in quanto psicologo, il dottore suggerisce a Pereira di lasciare andare i suoi ricordi e di affrontare il lutto della moglie, iniziando a “frequentare il futuro” e non più il passato (è proprio questa la frase che racchiude al suo interno il nerbo della riflessione del dottor Cardoso: “la smetta di frequentare il passato, cerchi di frequentare il futuro”. Apparentemente, neanche le parole del medico hanno avuto effetto su Pereira, tuttavia col passare dei giorni si iniziano a intravedere dei cambiamenti nel suo comportamento; infatti, inizia a rimandare le conversazioni con la fotografia, a limitarsi a gettarle sguardi d’intesa e, alla fine, addirittura a sfruttarla come nascondiglio per i passaporti falsi di Monteiro Rossi. Sembrerebbe che finalmente Pereira sia riuscito ad accettare la perdita, tuttavia, nel commovente finale del romanzo, non solo decide di portare con sé la fotografia, ma addirittura la ripone a testa in su “perché respirasse bene”, chiaro segno che evidenzia l’incompleta guarigione. 

Il tema squisitamente freudiano dell’elaborazione del lutto è una delle componenti più toccanti dell’intero romanzo: Pereira mette a nudo la sua umanità proprio nel suo rapporto con la fotografia della moglie, mostrando un lato di sé che lo avvicina non solo a Catullo, ma a ognuno di noi. A chiunque, d’altronde, capiterà di rifiutare la realtà e rifugiarsi in un passato perduto; e troverà in Pereira non solo un amico, ma anche un esempio da seguire. 

Una frase del libro da conservare

“La smetta di frequentare il passato, cerchi di frequentare il futuro”

Se ti è piaciuto il libro, leggi o guarda anche

“Miser Catulle, desinas ineptire, 
et quod vides perisse perditum ducas. 
Fulsere quondam candidi tibi soles, 
cum ventitabas quo puella ducebat 
amata nobis quantum amabitur nulla. 
Ibi illa multa cum iocosa fiebant, 
quae tu volebas nec puella nolebat 
fulsere vere candidi tibi soles. […] 

Vale, puella. Iam Catullus obdurat; […].

Così Catullo dice di reagire alla separazione dalla sua Lesbia nel carme ottavo del suo Liber; tuttavia, questo atteggiamento stoico non durerà a lungo e presto sfocerà in un fiume di lacrime e invettive, come leggiamo nei carmina successivi. Il comportamento del poeta latino si addice più a un lutto che alla fine di una storia d’amore (per quanto travagliata essa possa essere): nostalgia, sconforto e diniego sono le tipiche emozioni che seguono la perdita di una persona cara e sono il punto d’incontro tra il poeta novus e il giornalista che dona il nome al romanzo di Antonio Tabucchi Sostiene Pereira. 

Il tema squisitamente freudiano dell’elaborazione del lutto è una delle componenti più toccanti dell’intero romanzo: Pereira mette a nudo la sua umanità proprio nel suo rapporto con la fotografia della moglie, mostrando un lato di sé che lo avvicina non solo a Catullo, ma a ognuno di noi. A chiunque, d’altronde, capiterà di rifiutare la realtà e rifugiarsi in un passato perduto; e troverà in Pereira non solo un amico, ma anche un esempio da seguire. 

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