Una cosa che ti ha colpito
La prima cosa che ci ha colpite è il fatto che l’autore sia stato in grado di spiegare il progredire del contagio utilizzando la categoria dell’Esilio, poiché le persone contagiate venivano isolate all’interno delle proprie abitazioni. Secondo noi il libro rispecchia l’epidemia che stiamo vivendo negli ultimi anni.
Un’altra cosa che ti ha colpito
Un’altra cosa che ci ha colpite è stato il messaggio che Albert Camus vuole portare ai suoi lettori: il rapporto perpetuo fra sé e gli altri; i protagonisti di questo romanzo, infatti, ci danno un messaggio di unione che accantona le distinzioni fra gli uomini.
Una frase del libro da conservare
La frase del libro che secondo noi è da conservare è: “Dando troppa importanza alle buone azioni, si finisce col rendere un omaggio indiretto al male: allora, infatti, si lascia supporre che le buone azioni non hanno pregio che in quanto sono rare e che la malvagità e l’indifferenza determinano assai frequentemente le azioni degli uomini”, perché è proprio il libro lo strumento che riesce a trasmettere un coinvolgimento emotivo e a toccare la coscienza degli uomini.
Se questo libro fosse una canzone
Se questo libro fosse una canzone inizierebbe con un ritmo malinconico, nelle prime strofe, cambiando poi, nelle ultime, con uno più lieve e armonioso perché nel corso della storia nei cittadini si accenderà la speranza, anche se la minaccia potrebbe tornare.
Se ti è piaciuto il libro, leggi o guarda anche
Il libro che secondo noi può essere attinente all’argomento è “Le grandi epidemie” di Barbara Gallavotti, poiché vengono raccontate le varie soluzioni per configgere le malattie contagiose che minacciano la specie umana, come la peste.
Commento su “La peste” di Martina Baglioni, Giorgia Fraternali e Tayla Tanda, 4G