Una cosa che ti ha colpito
Arturo era fermamente convinto che le “donne reali” fossero figure prive di splendore e di magnificenza, brutte, goffe, pallide, sfuggenti e trasandate; non degne neanche di possedere “certezze assolute”. Spesso le donne, tutte uguali, si riunivano in “gruppi segreti”, per Arturo, inutili e puerili. Al contrario le donne raccontate nei libri d’avventura erano l’amore. Figure femminili e regali; degne mogli di eroi valorosi. Donne così perfette però, secondo Arturo, nella vita reale non potevano esserci, e tantomeno l’amore e la passione, che credeva impossibilità fantastiche.
Una frase del libro da conservare
E io pensavo alla sorte delle femmine. Da bambine, esse ancora non apparivano più brutte dei maschi, né molto diverse; ma per loro non c’era la speranza di poter diventare, crescendo, un bello e grande eroe.
Gruppo di lettura
Arturo è sempre stato spaventato e allo stesso tempo attratto dal mondo delle donne. Il disprezzo per il genere femminile, assecondato dal padre e dai Procidani, era la conseguenza della mancanza di una figura materna. Infatti, la sola eccezione di questo disprezzo era costituita dalla madre, l’unica figura femminile che sarebbe stata in grado di amarlo, se ne avesse avuta la possibilità.