Una cosa che ti ha colpito
Un libro davvero bello ed entusiasmante, che trascina il lettore in un mondo esistenziale dove l’uomo è costretto a mettere da parte i propri problemi per salvare i propri simili.
Una frase del libro da conservare
La peste viene sconfitta in una sola alleanza contro di essa. Non ci sono altri rimedi. Ecco perché questo libro duro, difficile, lento, fa male ed è un grande classico: perché è ancora adattabile, plasmabile sui tempi che viviamo, e ne contiene l’antidoto.
“La Peste” racconta la storia del dottor Rieux che, mentre stava ritornando a casa, si ritrova un ratto morto nel palazzo. Dopo alcuni giorni, oltre ad aumentare il numero di ratti morti, le persone iniziano a sentirsi male e alcune cominciano anche a morire. Col tempo si viene a scoprire la presenza di una malattia che comincia pian piano a diffondersi: la peste. Da una banale presenza di topi in città, si inizia a parlare di epidemia e della peste, la grande antagonista che il dottor Rieux è costretto a combattere. Mi è piaciuto davvero tanto leggere questo libro perché racconta la nostra storia, ciò che è cominciato quasi due anni fa e che continuiamo ad affrontare ancora oggi. Leggendo la peste mi è sembrato di rivivere ancora l’inizio del lockdown, quando ci siamo improvvisamente ritrovati a dover rimanere chiusi nelle nostre case, soli con noi stessi, a non poter uscire e dover rimanere a casa a seguire le lezioni a distanza. Ricordo ancora la solitudine, la disperazione nel non poter uscire di casa per tre mesi consecutivi. Arrivata l’estate, però, ci hanno dato il consenso di uscire e di andare in vacanza, rispettando le normative e indossando sempre la mascherina, sia all’aperto che al chiuso. Arrivato settembre 2020 siamo ritornati a scuola, ma neanche dopo due mesi siamo ritornati tutti in dad. All’inizio della pandemia eravamo tutti felici di seguire la scuola da casa, ma dopo un anno non ne potevamo più. Ci mancava frequentare i luoghi scolastici e soprattutto stare in compagnia con i propri compagni di classe, condividendo l’ansia per un interrogazione e confortandosi quando qualcosa andava male. A differenza della peste però, noi non abbiamo ancora sconfitto il Covid e non sappiamo per quanto tempo ancora dovremo sopportarlo. La peste di Camus ammonisce che le epidemie possono ripetersi tutti i giorni. Inoltre sono malattie del corpo e delle anime, dove se si ammala l’uno si ammalano le altre, e viceversa. Tutto si sconvolge, ma resta una sola speranza: la lotta insieme, la fratellanza. Solo insieme non si esce sconfitti, o morti.